Smemorato, distratto, o bugiardo? Ecco perché a Marco Doria viene raccomandato di non parlare. I suoi controllori cercano di evitargli di rispondere alle domande, di partecipare a dibattiti. Più parla, più perde punti. E così dopo lo scivolone sulle proprietà immobiliari, Doria «dimentica» altri «dettagli» sempre riferibili allaspetto economico. Il candidato che si sforza di fare il comunista puro, il paladino degli ultimi, il sostenitore dei poveri, qualche imbarazzo lo deve provare nel dire come vive lui. E anche quanto spende per diventare sindaco. Alla faccia dellantipolitica e della «moralizzazione».
Forse per questo Doria, costretto dalla legge, dichiara un preventivo di spesa (affisso allalbo pretorio del Comune di Genova) di voler investire 18.500 euro nella campagna elettorale. Un po pochini? Beh, quella è la dichiarazione ufficiale preventiva, al limite si potrà ritoccare di qualcosa in sede di consuntivo. E già pare che, a precisa domanda di un giornale di area «amica», abbia già corretto a 24mila euro. Sempre spiccioli, sempre cifre poco credibili. Specie se paragonate a quelle che mediamente si spendono.
I fatti dimostrano che le dichiarazioni di Doria non sono veritiere. Allalbo comunale è scritto che il marchese rosso non fa pubblicità su radio e tv. Eppure da giorni è facile smentirlo accendendo il televisore o sintonizzandosi su qualche radio locale. E i soldi? Unemittente locale chiede 100 euro a passaggio per uno spot di 30 secondi. E allora quello «zero» alla voce delle spese per queste pubblicità?
Non solo. Basta poco per vedere quanto serve per pagarsi degli spazi su autobus o sui siti internet. Unazienda pubblicitaria ha chiesto ad Amt i costi per i cartelloni laterali sugli autobus. Prezzi riferiti non alla campagna elettorale (che per legge prevede cifre massime e uguali per tutti) ma a messaggi commerciali. Amt offre 140 «tabelle 300x70» per due settimane a 16mila euro più Iva e 1200 euro più Iva per la stampa (già scontato rispetto ai 44100 euro del prezzo pieno). Quindi Doria sarebbe - anche facendo finta che solo a lui siano applicate tariffe di favore - già a 20.812 euro solo per due settimane di fiancate di autobus. Poi, siccome ha comprato anche la pubblicità sulla parte posteriore, quella dove campeggia la sua faccia e lappello «Mi stai seguendo?», cè da aggiungere altre migliaia di euro. Da altri candidati quegli spazi sono stati pagati 7000 euro più Iva, oltre a 950 euro più Iva per la stampa. Solo con gli autobus siamo a oltre 30mila euro.
Per lappunto mancano allappello gli spot tv, e gli spazi sui siti internet. Quelli che, nella migliore delle offerte, a Genova costano 2000 euro più Iva a settimana. E i primi manifesti? E le spese per le manifestazioni, le sale, tutto il resto? Il marchese rosso devessere smemorato se si dimentica tanti soldi investiti qua e là. Oppure distratto, se quando gli viene chiesto conto delle sue spese, non vede le uscite più clamorose. O forse qualche bugia se la lascia scappare volentieri, perché è dura fare il moralizzatore e poi dimostrare di essere uguale a tutti gli altri. La stoccata finale ai suoi bilanci poco convincenti lha già tirata un diretto concorrente. «A me hanno chiesto molto più delle modeste cifre da lui indicate - garantisce Enrico Musso -.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.