Il lavoro torna al centro dell'agenda del Paese. Un valore da riaffermare, concedendo al sistema imprenditoriale italiano quei presupposti fondamentali per ricreare indotto occupazionale e sviluppo. Questo il tema centrale del nuovo numero di Dossier, in edicola nei prossimi giorni con il Giornale. Il periodico economico, politico e manageriale dedica il numero di marzo a uno dei territori maggiormente strategici per l'industria. Il Piemonte. «Questa è una regione il cui tessuto produttivo si è sempre dimostrato capace di precorrere i tempi - spiega l'editrice Maria Elena Golfarelli -. Gli imprenditori piemontesi sono chiamati a disegnare un nuovo tracciato per la crescita del nostro sistema economico. Innovazione, diversificazione e attenzione strategica ai mercati internazionali sono i binari da percorrere».
Dossier, diretto da Raffaele Costa, piemontese doc, lancia un grande dibattito sul futuro della nostra economia, analizzando i piani dell'attuale governo - con le riforme per il mercato del lavoro proposte dal ministro Elsa Fornero, anche lei piemontese - e prendendo in esame i casi più rappresentativi dell'industria italiana come, ad esempio, il nuovo corso gestionale inaugurato da Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat.
«Dobbiamo scommettere sul nuovo modello industriale proposto da Marchionne - sottolinea Golfarelli -. Ed è, soprattutto, nelle auspicate riforme che occorre concentrare le nostre risorse per far ripartire il Sistema-Paese». Sono proprio le imprese, strategiche nel tessuto sociale, poiché generatrici di benessere, che devono essere sostenute, in quanto sono loro a creare e ridistribuire ricchezza. «Abbiamo interpellato le trenta migliori aziende della regione, emerse per il loro modo di fare impresa, scegliendo di far parlare in prima persona proprio quei capitani coraggiosi che le dirigono e che rappresentano un modello vincente per il Paese - aggiunge -. Ritengo, quanto mai istruttivo e d'esempio, studiare il modus operandi di questi protagonisti del fare impresa che riescono a convincere con il loro lavoro i mercati, il sistema creditizio e lo stato.
Un approfondimento è rivolto anche alle nuove generazioni, con la Fondazione Giovanni Agnelli, presieduta da Maria Sole Agnelli. Argomento centrale, la formazione. «Il senso della proposta della Fondazione consiste in una differenziazione del sistema universitario, con una distinzione più netta tra formazione di base triennale, a vasta diffusione territoriale, e quella magistrale-dottorale - spiega Andrea Gavosto, direttore della Fondazione -. È importante che gli atenei si specializzino nei campi dove sono più forti».
Sul nuovo numero sono presenti anche i vertici delle associazioni industriali. Tra questi, Fabio Ravanelli, presidente dellAssociazione industriali di Novara.
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