Egregio dottor Lussana, leggo con soddisfazione che i volontari «pollice verde» del Comune si prenderanno cura dellaiuola esistente nellincrocio tra via Caprera e via Cavallotti. Liniziativa sarà senzaltro coronata da successo anche per il fatto che in quel punto non cè nessuna aiuola. In verità più che unaiuola avrebbe dovuto esserci unampia zona di verde attrezzato se il Comune, venendo meno alle sue promesse non avesse destinato larea un tempo giardinata ad un supermercato (sebbene a poche decine di metri ce ne fossero altri) ricavandone in cambio una sede più comoda per i vigili urbani della sezione Sturla. Del resto lampio piazzale di servizio del supermercato, desolatamente spoglio di verde, è in forte pendenza e quindi del tutto inutilizzabile per i bimbi in carrozzella o in bici che rischierebbero di finire nella sede stradale. Per restare in zona un altro attentato al verde pubblico è stato consumato in piazza Sturla. Qui il Comune ha sprecato loccasione veramente storica di ridisegnare la piazza con una ampia rotonda verde al centro. Sarebbe stato sufficiente fare indietreggiare il nuovo edificio sorto dopo la demolizione del vecchio di pochi metri. E invece il nuovo edificio è ancora più incombente di quello preesistente sulla sede stradale cosicché gli autobus che da via Sturla si immettono in via Caprera, dovendo descrivere un angolo acuto, si trascinano dietro i cartelloni della segnaletica verticale. Mi sono sempre chiesto perché Giuseppe Pericu è così visceralmente nemico del verde pubblico. Poi un giorno ho avuto come una illuminazione. Osservando le sue foto ho notato una vaga somiglianza con limmagine che ci viene tramandata di Attila re degli Unni. Pare che dove passava Attila non crescesse più nemmeno un filo derba, ma anche dove passa Pericu, nel suo piccolo, lerba stenta a crescere.
Le cose non stanno proprio come dice Lei, caro Trovato: non è che il sindaco Pericu sia visceralmente contrario al verde, e che per questo trascuri le aiuole della città. Il fatto è che lui, il primo cittadino di Genova, è sempre stato più favorevole (e propenso) al rosso. Ma guai a biasimarlo più di tanto. Cè il rischio di rimpiangerlo: con i chiari di luna che sannunciano dalle parti del Botteghino di Piazza De Marini, il futuro per i genovesi - diciamolo per scaramanzia, ovviamente - rischia di diventare così rosso che più rosso non si può.
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