da Roma
Domenico Siniscalco illustra oggi in Consiglio dei ministri le linee-guida del Dpef, che venerdì 8 luglio sarà illustrato alle parti sociali, e quindi approvato dal governo. Il Documento di programmazione arriverà il 25 luglio nellaula della Camera. Il Dpef non fa parte dellordine del giorno, ma il ministro dellEconomia spiegherà le linee portanti del documento, alla luce della raccomandazione per deficit eccessivo nei confronti dellItalia. «Approveremo il documento la settimana prossima, dopo un incontro con le parti sociali», conferma il ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno. La Cisl ha chiesto un rinvio perché l8 è ancora in congresso.
In base alle raccomandazioni decise dalla Commissione europea, il Dpef dovrà scontare due manovre da circa 10 miliardi di euro, una per il 2006 e una per il 2007, con lobiettivo di rientrare a fine 2007 sotto il 3% nel rapporto deficit-Pil. Le due manovre, secondo le richieste di Bruxelles, dovranno essere «strutturali», dunque non affidate a misure una tantum. Insieme alla riduzione del deficit, sarà anche necessario finanziare il taglio dellIrap nella componente del costo del lavoro (4 miliardi lanno), più altri eventuali interventi. «Il percorso definito con la commissione permette di portare avanti i piani di alleggerimento del prelievo sulle imprese», conferma il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi.
Secondo il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola, il Dpef potrebbe anche contenere lindicazione di interventi per affrontare il problema del caro-energia, anche se lo stesso Scajola considera difficilmente percorribile la strada della riduzione delle accise «in questo momento di finanze magre».
Oltre allillustrazione del Dpef da parte del ministro dellEconomia, il Consiglio dei ministri affronta oggi anche il capitolo della previdenza integrativa. Roberto Maroni è deciso a portare alla riunione un testo di 23 articoli che affronta, tra laltro, il nodo del «Tfr» da conferire ai fondi pensione. Il testo del ministro del Welfare prevede anche il ritorno alla Covip della vigilanza sui fondi pensione. La questione è delicata, non mancano resistenze sia da parte dei sindacati che delle aziende.
Slitta intanto, alla Camera, il voto sul disegno di legge sullo sviluppo.
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