Draghi: «Molto positivi gli aumenti di capitale»

RomaRestano «sacche di debolezza» nel sistema bancario internazionale, ma gli aumenti di capitale annunciati da alcuni istituti italiani sono «molto, molto incoraggianti». Mario Draghi indossa la giacca di presidente del Financial Stability Board, l’organismo internazionale incaricato di riscrivere le regole della finanza globale, riunito ieri in seduta plenaria a palazzo Koch, per analizzare la situazione internazionale. E rileva che tassi d’interesse molto bassi potrebbero portare gli investitori a cercare rendimenti «in segmenti di mercati più complessi, che aumentano l’esposizione al rischio». Una puntualizzazione che arriva all’antivigilia del Consiglio Bce in cui si deciderà un primo, modesto aumento dei tassi.
Dopo Ubi Banca, che ha varato un aumento da un miliardo, sarà oggi Intesa Sanpaolo ad annunciare il suo aumento di capitale per 5 miliardi: i consigli di gestione e sorveglianza hanno varato all’unanimità l’operazione che oggi sarà comunicata al mercato. Dopo l’aumento, il core tier 1 di Intesa salirà al 10%. Le azioni, secondo le attese del mercato, saranno offerte con uno sconto del 25-30% sul Terp (il prezzo teorico dei titoli dopo lo stacco del diritto di opzione) per invogliare le sottoscrizioni. A tutti i soci, inclusi gli azionisti di risparmio, verranno assegnati titoli ordinari. Pronto un consorzio di garanzia composto da 12 banche.
In rampa di lancio, inoltre, c’è anche la ricapitalizzazione del Monte Paschi. É stato dunque seguito il suggerimento pressante che Bankitalia ha rivolto alle banche italiane, quello di «muoversi prima piuttosto che tardi. Come ho detto molte volte - osserva Draghi - le banche italiane sono uscite illese dalla crisi», e tuttavia è necessario rafforzarne il patrimonio perché «in Italia come nel resto d’Europa sono aumentate le perdite sul credito tradizionale», e occorre far fronte a un «peggioramento dello scenario».
Un peggioramento legato, secondo Draghi, anche agli eventi in Giappone e Nord Africa. Lo scenario «si è complicato, e avrà conseguenze sul prezzo dell’energia, del petrolio, del gas». Nel breve periodo l’impatto sarà contenuto, «ma nel medio periodo le conseguenze - prevede Draghi - sono da considerarsi rilevanti».
Le sacche di debolezza bancaria di cui parla il governatore di Bankitalia non riguardano il nostro Paese, ma aree specifiche. Ad esempio l’Irlanda. Il governatore auspica che la prossima tornata di stress test bancari possa servire a porre rimedio alle debolezze «in tempi spediti», identificandone i punti deboli per rafforzarli.

Il Fsb accelera intanto la messa a punto delle raccomandazioni sui cosiddetti «Sifi», le istitutioni finanziarie di importanza sistemica (quelle «troppo grandi per fallire)». Le raccomandazioni saranno trasmesse al summit del G20 in novembre.

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