Politica

Droga, Ferrero ora ingaggia l’ex terrorista rossa Ronconi

Nominata tra gli esperti della Consulta sulle tossicodipendenze. Il ministro: «Ha più competenze e titoli scientifici di altri componenti»

Stefano Zurlo

da Milano

Ci sono i proibizionisti come San Patrignano e la comunità di Amelia. Quelli che invece hanno un approccio diverso con l’emergenza droga, come Saman. E poi c’è lei, Susanna Ronconi. Il suo nome è inserito nella lista dei settanta esperti che compongono la Consulta nazionale sulle tossicodipendenze, riunita oggi per la prima volta a palazzo Chigi. Susanna Ronconi è un personaggio noto a chi non ha smarrito la memoria degli anni di piombo; il suo curriculum è davvero unico perché fu l’unica terrorista a militare prima nelle Brigate rosse e poi in Prima linea.
Ora però ricompare in prima fila sul fronte delle tossicodipendenze, il Palazzo va in fibrillazione e il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero non esita a difenderla: «Susanna Ronconi rappresenta il Forum delle droghe, ha fatto pubblicazioni di carattere internazionale, collabora da dieci anni col Gruppo Abele. La Consulta sulle tossicodipendenze è un organismo di operatori e persone che hanno numeri scientifici e lei ci è stata indicata dal Forum droghe. Non abbiamo nessun motivo per dire no alla sua nomina. Ha titoli scientifici - è la chiusa polemica - maggiori di altri componenti della Consulta».
L’opposizione, però, insorge. L’ex ministro Maurizio Gasparri non è certo tenero: «Si è data un’impronta di regime a questa struttura, con la presenza al massimo di quattro o cinque operatori su settanta, scelti fra quanti hanno sostenuto le battaglie in difesa della Fini-Giovanardi e della vera lotta contro le droghe. Come ciliegina sulla torta, all’interno di questo organismo è stata inserita anche Susanna Ronconi, un nome ben noto come esponente di primo piano delle Brigate rosse e del terrorismo. Ancora un nuovo esempio di riciclaggio di personaggi che rappresentano un pessimo esempio».
Il caso più clamoroso è quello di Sergio D’Elia, dirigente del gruppo toscano di Prima linea che dopo aver scontato dodici anni di carcere è oggi deputato della Rosa nel pugno e addirittura segretario d’aula di Montecitorio. Tre settimane fa, Lorenzo Conti, figlio dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti, ucciso dalle Br nel 1986, ha avviato uno sciopero della fame per smuovere le autorità e trovare la risposta alla più elementare delle domande: quanti ex dalla fedina penale non proprio immacolata lavorano a libro paga della Regione Toscana?
E alcuni familiari di uomini caduti in difesa dello Stato hanno raccontato a Giovanni Fasanella, autore del libro «I silenzi degli innocenti», le umiliazioni e le privazioni subite in questi lunghi anni in cui tanti ex terroristi conquistavano cattedre, vincevano premi letterari, venivano invitati a convegni, diventavano consulenti del governo.
La stessa Ronconi, nel ’99, aveva ottenuto una consulenza, sempre sulle tossicodipendenze, con la differenza che allora il ministro della Solidarietà era Livio Turco. «Ma quella consulenza non arrivò mai - ha spiegato la diretta interessata a Gaia Cesare che l’intervistava per L’antipatico - l’onorevole Gasparri fece un’interrogazione in Parlamento, sollevando la questione e a quel punto la Turco ritenne opportuno non esporsi a ulteriori polemiche».
Insomma, fu il ministro a tirarsi indietro, lei avrebbe accettato: «Io credo - ha aggiunto la Ronconi a L’antipatico - che la società debba vedere tutte queste esperienze come una conquista e come una vittoria della democrazia, non come un’offesa per qualcuno». Per l’Udc Carlo Giovanardi, «i singoli casi di ex terroristi assassini elevati ad incarichi istituzionali, ultima Susanna Ronconi, stanno diventando troppo numerosi per non costituire un problema morale e politico di primaria importanza». «Da mesi - replica l’ex sottosegretario alla Giustizia Franco Corleone - siamo di fronte a una violenta manifestazione di accanimento nei confronti di persone che hanno ammesso errori e riconosciuto i valori della civile convivenza.

Un segno di insipienza e un trionfo del puro spirito di vendetta».

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