Droga: Pdl all’attacco

«Veltroni e Rutelli hanno finanziato i centri sociali dove si spaccia»

La legge Fini-Giovanardi e le sanzioni amministrative per i consumatori di droga non si toccano. Gianfranco Fini torna a porre l’accento su uno dei suoi antichi e costanti cavalli di battaglia. E lo fa mettendo subito in chiaro il suo obiettivo: «Dal 15 aprile mi impegno a non tornare indietro sulle questioni della droga». Intervenendo ad un convegno organizzato dal Pdl proprio sulla tossicodipendenza, assieme a Maurizio Gasparri, Carlo Giovanardi e al candidato sindaco Gianni Alemanno, il presidente di An ribadisce che «sulla droga bisogna essere intransigenti». Per questo «quando saremo al governo discuteremo con tutti, ma non sulle sanzioni amministrative». Fini spiega che il «paletto inamovibile» per il Pdl è che non può esistere il diritto a farsi del male. «Non meraviglia che la sinistra contesti quel principio - dice il leader di via della Scrofa - perché la sinistra continua a pensare che la libertà sia senza regole. La sinistra contesta la legge Fini-Giovanardi perché è un punto fermo che ribadisce il principio secondo cui lo Stato non può restare insensibile se qualcuno si fa male o fa male ad altri».
A chi chiede come mai in questa campagna elettorale non si è parlato di droga, Fini replica secco: «Molti partono dal ragionamento che in campagna elettorale si cerca di lisciare il pelo dalla parte giusta. Dire ai ragazzi che se usano la droga gli viene sospesa la patente o sequestrato il motorino non crea consenso. Prevale quindi il calcolo utilitaristico di non parlarne, per non perdere voti». Ma questa, aggiunge, «è una politica che confonde ciò che è utile con ciò che è giusto». Da qui la promessa del leader di Alleanza Nazionale: se il centrodestra tornerà al governo, «chiamerò a raccolta chi ha appeal fra i giovani, come uomini del mondo dello spettacolo o dello sport, per far passare il messaggio che chi si fa una canna è dipendente da una sostanza».
Quello su cui tutti i relatori del convegno si sono detti d’accordo è la necessità di una grande azione di prevenzione verso i tossicodipendenti, con la realizzazione di un dipartimento nazionale che intervenga nei casi di emergenza. «Le politiche sociali sono di competenza delle Regioni - spiega Gasparri - e noi amplieremo gli spazi del federalismo, ma occorre ricostituire un organismo nazionale e, all’interno di questo, una struttura che intervenga sulle emergenze». Il capolista n. 2 del Pdl al Senato non perde l’occasione per lanciare una stoccata agli avversari del Pd: «Voglio ricordare che qui siamo a Roma dove Rutelli prima e Veltroni oggi, che si occupano dei finti fucili di Bossi, hanno finanziato centri sociali dove c’è lo spaccio di droga; cito il caso del centro sociale Corto circuito». E aggiunge: «La Saraceni, esponente delle Brigate rosse condannata a 21 anni, ha frequentato centri sociali nel quartiere Tiburtino finanziati dal Comune di Rutelli e Veltroni. Quindi in pratica il candidato premier del Pd ha finanziato centri dove si sono formati terroristi veri, con pistole, fucili e droga vera».

Gasparri ricorda anche come, oggi, nella capitale accanto a Rutelli ci sono le liste della sinistra radicale «che diffondono droga e preparano i terroristi di domani, come Nunzio D’Erme, già assessore di Veltroni e arrestato perché aggrediva poliziotti e carabinieri. Ci sono centri sociali che organizzano, come al Prenestino, feste della marijuana. Parliamo di questo e non di Bossi».

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