La droga come vita al Teatro Studio: in scena Anna Galiena

Una giovane e il suo itinerario esistenziale

Viviana Persiani

Non è sufficiente la sospensione del giudizio; per avvicinarsi e per sintonizzarsi con la protagonista di Quale droga fa per me?, in scena da stasera al Teatro Studio, occorre annientare il giudizio e il pregiudizio e lasciarsi condurre nel faticoso gioco a specchi riproducente la complessità e l’ambiguità del presente.
Andrée Ruth Shammah, dopo essere rimasta folgorata dall’intensa semplicità del testo di Kai Hensel, autore contemporaneo di Amburgo, dirige Anna Galiena nel percorso alla ricerca della sua giusta dimensione, senza maschere, senza filtri, senza quegli abiti che la società le ha cucito addosso. «Io faccio teatro perché è il mezzo che mi consente di trasmettere le mie sensazioni; scegliendo questo testo, ho dato vita a uno spettacolo semplice, non intellettuale che induce alla riflessione. Si tratta della messa in campo di una donna che, come in una sorta di conferenza, sotto gli sguardi del mondo, seduta al desk con un bicchiere d’acqua sempre pronto e delle diapositive che vengono proiettate sul fondo, dialoga con il pubblico della sua vita, delle sue scelte, delle sue sofferenze».
Nonostante il titolo, non si tratta di uno spettacolo sulla droga. Hanna, la protagonista, parla di sé coinvolgendo la platea che ha desiderio di lasciarsi guidare nell’itinerario esistenziale di una donna che prende in esame la sua quotidianità e le sue scelte.
«Mi sono fatta arruolare in questo gioco al massacro - dichiara Anna Galiena - ma devo ammettere che anch’io sono stata attirata dal lavoro di Hensel e in particolare dalla sofferenza esistenziale della protagonista in continua ricerca della felicità e condannata a rinnovare i suoi errori. Ho molto rispetto, ma anche tanta simpatia per questa donna raccontata da un testo totalizzante e coinvolgente: sulla scena recito il suo dolore catapultandolo verso il pubblico, capace o no di condividere questa condizione. Hanna è autenticamente scorticata vestita solo della solitudine e della sofferenza».
Anna Galiena, attrice nata sulle scene teatrali, approdata poi davanti alle telecamere di film e anche di fiction, si ritrova protagonista di un monologo sui generis: «Ho lavorato parecchio con il pubblico, dando voce a monologhi, a testi di Shakespeare e Cechov; a New York ho fatto anche molto teatro di strada dove le reazioni potevano essere imprevedibili. Di solito porto in scena spettacoli messi a punto, predeterminati, dove non si lasciano spazi alle sorprese. Con Quale droga fa per me? mi ritrovo di fronte ad un lavoro non montato e quindi destabilizzante, sia per me sia, per lo spettatore.

Hanna, spinta da un irrefrenabile vitalismo, si interroga sul presente, si pone continuamente delle domande, ma senza rinunciare alle risposte».
Quale droga fa per me?, con Anna Galiena, Teatro Studio, ore 20.30, info 848800304, ingresso 22.50 e 19.50 euro

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