«Due anni fa era la nostra linea E fummo accusati di razzismo»

POLEMICHE La Lega: «Rivedere liste e mense». L’assessore Moioli: «Richieste infondate»

Il Comune aveva provato a spezzare la catena due anni fa, ma dall’allora governo di centrosinistra arrivarono accuse durissime: «Milano razzista» tuonò il ministro all’Istruzione, Giuseppe Fioroni. Palazzo Marino al motto di «accoglienza sì, ma nella legalità» aveva firmato una circolare che escludeva dagli asili comunali i figli di clandestini. Dopo il ricorso (vinto) di una mamma marocchina fu costretto a fare dietrofront. E se questa battaglia fu persa, da ieri la sentenza della Cassazione che ha stabilito come gli immigrati irregolari vadano espulsi anche se hanno figli a scuola, evita che i clandestini possano usare come «scusa» i bambini per continuare a girare indisturbati sul territorio. A Milano, sono 83 solo quelli accolti attualmente in classe alle materne comunali. Migliaia se si considerano elementari, medie, superiori della città, e i genitori ora sono a rischio di espulsione. La Cassazione è categorica: «L’esigenza di garantire la tutela alla legalità delle frontiere prevale sulle esigenze di tutela del diritto allo studio dei minori. Se così non fosse le norme che consentano la permanenza per motivi d’emergenza anche a chi è clandestino, finirebbero con il «legittimare l’inserimento di famiglie di stranieri strumentalizzando l’infanzia».
«La sentenza - puntualizza il vicesindaco Riccardo De Corato - stabilisce un punto fermo: che non si può fare carta straccia della legalità con la scusa dell’istruzione ai minori, un principio che quando due anni fa venne applicato dal Comune fu bollato di razzismo». L’infanzia, incalza, «non può essere strumentalizzata per far entrare gli irregolari e la polemica sugli asili vietati ai figli dei clandestini fu strumentale e cavalcata anche dall’ex ministro Fioroni, che pretese di dare lezioni di diritto, mentre il modello Milano è sempre stato accoglienza nella legalità. E ora trova piena legittimazione in questa importante sentenza della Cassazione, che fa giurisprudenza».
Concorda la Lega: «Bene la priorità alle espulsioni - afferma il capogruppo milanese Matteo Salvini -. Ora sindaco e assessore all’Educazione Mariolina Moioli ne tengano conto anche per le graduatorie degli asili e per la gratuità delle mense. Dai dati che ho a disposizione risulta che oltre la metà dei pasti gratis è per famiglie straniere. Alcuni cambiamenti in città, ovviamente non per i bambini ma per i genitori a cui vanno alcuni vantaggi, credo che ci possano essere». Ma la Moioli ribatte: «Una richiesta infondata, per avere la gratuità bisogna essere residenti e quindi avere il permesso di soggiorno. E negli asili la Cassazione non avrà nessun effetto per i bambini, i figli di irregolari sono in fondo alle liste e possono frequentare le nostre scuole solo se rimangono posti liberi». La «strumentalizzazione dell’infanzia - concorda il coordinatore regionale del Pdl e presidente della Provincia, Guido Podestà - non può arrivare a essere un salvacondotto per restare impropriamente nel nostro Paese».

Diversa la posizione dell’Udc: il candidato Governatore Savino Pezzotta la considera «un’esagerazione, non fa altro che creare tensione». E il capogruppo regionale del Prc, Luciano Muhlbauer, la definisce «una sentenza molto brutta».

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