Due anni di guerra a Rapallo annotati sull’agenda di lavoro

Un diario tenuto sulle pagine di un’agenda da lavoro, come mostrano le foto del manoscritto originale, con la calligrafia elegante e inclinata delle persone colte dell’epoca: «Rapallo 1944-1945. Diario di due anni di guerra», di Giuseppe (Pippo) Costa, socio dell’azienda di famiglia e imprednitore nel ramo degli oli alimentari, 47 anni all’inizio di quel drammatico periodo storico. Sono appunti e riflessioni scritti in modo sintetico e chiaro, con autorevolezza, ma anche invocazioni e ringraziamenti a Dio e alla Madonna di Montallegro, nel susseguirsi di eventi e stati d’animo che scandiscono le giornate del protagonista, al lavoro e in famiglia, tra la villa di Rapallo e la casa di campagna a Canevale, in una realtà bellica sempre presente. Si alternano così la paura dei bombardamenti, la preoccupazione di mettere in salvo i propri cari, il sollievo per lo scampato pericolo e la pietà per i meno fortunati, fino alla gioia per il ritorno della pace. Il punto di vista è quello, privilegiato, di un pater familias facoltoso e influente, marito di Angiolina Dufour e circondato da numerosi figli e parenti, genitori, fratelli, nipoti. Un punto di vista espresso con equilibrio e pacatezza, con profonda religiosità e con rifermenti precisi alle operazioni belliche, per l’esperienza vissuta durante la prima guerra mondiale come tenente di artiglieria di montagna.
L’Autore del diario è un accorto amministratore dei propri beni, profondamente attaccato alla famiglia, al lavoro, alle tradizioni. Sente l’impegno morale ad aiutare i bisognosi organizzando distribuzioni di generi alimentari a prezzi favorevoli, senza però dimenticarsi di fare i conti delle entrate. Avverte l’umanissimo fastidio per le ristrettezze e le scomodità imposte a tutti dalla guerra, dalle levatacce all’alba per gli allarmi bombe alla mancanza di acqua corrente in campagna, dalle ore trascorse nei rifugi casalinghi alle faticose scarpinate. Ama la musica e i quadri di casa, prudentemente fa nascondere e murare gli oggetti più belli, prova dispiacere per le automobili che gli sono state requisite.
Le pagine del diario - accompagnate da alcune foto di famiglia in bianco e nero - parlano con affetto della quotidianità: le visite dei parenti, il Natale di guerra, le polmoniti curate con i sulfamidici, le prime comunioni dei nipotini nella Cappella di casa, i 18 anni della figlia Anna festeggiati come si può (blusa e golf comprati “da Frezzini qualche anno fa”), la recita del rosario, la passione per i funghi della madre anziana (chaimata “Mamà”, come usa a Genova un tempo), il viaggio di alcuni parenti in bicicletta da Rapallo a Torino via Ovada.


Insieme al dolore per la crudeltà dei rastrellamenti, per i fatti di sangue e per le terribili distruzioni (come Zoagli rasa al suolo), emergono indignazione e condanna per gli eccessi delle varie parti in conflitto, dagli episodi di giustizia sommaria ai bombardamenti in zone che non contengono obiettivi militari. «Rapallo 1944-1945.
Diario di due anni di guerra», di Giuseppe (Pippo) Costa. De Ferrari Editore, pagg. 103, euro 12.

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