Giovanni Buzzatti
Su una cosa sono tutti daccordo: il modello «un titolare di licenza-un taxi» non si tocca. I tassisti milanesi hanno risposto con cinque giorni di sciopero a chi (il ministro Bersani) voleva smantellarlo, «aprendo il settore ai grandi gruppi». Bersani ha congelato la norma, ma in cambio vuole altre proposte per «garantire più flessibilità nel servizio», vale a dire più taxi in strada. E i tassisti milanesi sono al lavoro per formularle, partendo da quanto potrebbe succede ai taxi in città. La sostanza? Turni flessibili (prolungati nei giorni delle fiere), auto in strada più ore al giorno con un secondo autista (un familiare) e la richiesta di nuove corsie preferenziali, unico mezzo per far calare le tariffe.
«Per far spendere meno i clienti bisogna che il tassista recuperi incassi facendo più corse» spiega Salvatore Luca dellUnione artigiani. I conducenti ricordano che nei giorni delle targhe alterne contro lo smog i tassametri segnavano cifre del 30 per cento inferiori al normale, per la felicità dei clienti.
Altro problema è quello della presenza in strada delle auto bianche. «Quando servono non si trovano mai» è la prima lamentela dei milanesi secondo il Codacons. A Milano tutti sono daccordo sullutilità di avere turni più flessibili. Un tassista resta in servizio 10 ore, 12 se divide a metà il turno mettendoci in mezzo un pausa di quattro ore. Cè chi ricorda come sia inutile che un tassista inizi il turno alla 10 («obblighiamolo ad essere in strada alle 8») e chi chiede orari diversi in base ai giorni. «Durante le fiere cè il 20 per cento in più di richieste - spiega Luca-. In quei giorni possiamo dire: mille auto in più del solito fanno il turno spezzato (7-13, 17-23). O al limite, spazio ai turni liberi. Se a Roma sono daccordo? Sulla flessibilità Milano è un passo avanti agli altri, a Roma ci sono resistenze».
I sindacati dei tassisti ieri hanno discussione per tre ore delle proposte da inviare al ministero. Torneranno a riunirsi oggi e parleranno di un altro strumento, la collaborazione familiare. «Bisogna permettere al tassista di farsi aiutare da un familiare abilitato - racconta Raffaele Grassi del Satam-. Oggi lo può fare, ma lauto non deve circolare oltre le dieci ore del turno. Chi ha la moglie o un figlio che guida con lui il taxi potrebbe restare in strada più a lungo». «Una o due ore - concorda Luca-. Ma con lobbligo per il titolare di mettere in regola il secondo autista».
Su questo anche il Comune, che presto darà vita a una commissione con i conducenti, è daccordo. È un modo per avere più auto in servizio senza aumentare le licenze, altro argomento di scontro. A Napoli e Torino pare siano troppe, Roma ne vorrebbe dare di più.
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