Due cugini della bambina indagati

La pista della vendetta familiare prende sempre più corpo nel giallo della scomparsa di Denise Pipitone, la bimba sparita nel nulla a Mazara del Vallo (Trapani) il primo settembre del 2004. Dopo le ultime rivelazioni di Giuseppe D’Assaro, che si è autoaccusato di aver gettato in mare il corpicino senza vita della bambina, chiamando in causa anche l’ex moglie Rosalba Pulizzi, altre due persone sono state iscritte dalla Procura nel registro degli indagati. Si tratta di Giovanna D’Assaro, cugina della bambina, e del marito Antonio Cinà. Secondo quanto riferito da D’Assaro infatti, la piccola sarebbe stata nascosta nella abitazione dei due a Palermo fino alla morte sopraggiunta dopo la somministrazione di farmaci. I due saranno ascoltati dai magistrati nelle prossime ore. Giuseppe D’Assaro, nelle dichiarazioni rese ai magistrati di Marsala, ha sostenuto di avere appreso della morte di Denise da una telefonata del genero, Antonino Cinà, ora indagato.

D’Assaro sarebbe arrivato a Palermo e Cinà gli avrebbe consegnato un borsone con il corpo di Denise, che il pentito avrebbe poi buttato in mare. I magistrati sono molto cauti nel valutare le dichiarazioni del pentito che in diverse circostanze non avrebbero trovato riscontri.

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