Due giorni di gara con le nazionali e i migliori sciatori del circuito mondiale Gli organizzatori volevano lasciare la pista ai milanesi ma il Comune ha detto no

Due giorni di gara con le nazionali e i migliori sciatori del circuito mondiale Gli organizzatori volevano lasciare la pista ai milanesi ma il Comune ha detto no

Una volta quel cavallo pazzo di Erwin Stricker, campione di sci alpino, offrì ai suoi ospiti un sorbetto al limone e neve. Servirebbe questo menù per ricordare a chi - milanesi scettici o valligiani boicottatori - ha provato a remare contro «Race in the city», al via oggi fra Castello sforzesco e Parco Sempione, che la neve è fatta di acqua, ossigeno e pressione. Ed è materia pura e non diversa da quella che ha coperto i prati del Sempione con un anello di 4 per 620 metri di lunghezza.
Da piazza del Cannone e ritorno per ospitare 4 gare sprint ed una paralimpica del Gotha degli sci sottili. La coppa del mondo di sci nordico sbarca in città almeno due volte l'anno. Duesseldorf, Stoccolma, Oslo, Drammen e in passato anche Aosta. Perché Milano vuole essere da meno? Passi il misterioso boicottaggio dei cannoni di Valbondione che hanno fornito i preziosi 3500 metri cubi di neve. Passi il meteo di un inverno mai così mite ed inclemente con gli Sport Invernali.
Ma la proverbiale ritrosia di Milano di fronte ad alcuni grandi eventi sportivi è fuori luogo. Eppure una mini occasione è già andata persa: «Avremmo voluto lasciare la neve per i milanesi nei prossimi giorni», spiegano dal comitato aggiungendo che dalle valli molti maestri di sci erano già pronti a calare col loro sapere. «Invece, come ci chiede il Comune, smantelliamo tutto per domani sera». Come se il parco dei runners o degli innamorati non potesse convivere in un quadro «Quattro stagioni» con qualche fondista urbano. Le Istituzioni, a parte imporre lo smantellamento immediato del circuito, han dato il loro appoggio, dalla Regione alla Provincia che ha anche ventilato l'ipotesi di un futuro bis all'Idroscalo. Più ammirati della Pietà Rondanini intanto, incuranti delle beghe, gli atleti ieri già sgambavano sull'anello di gara. «Il circuito è pronto e ne siamo orgogliosi» - spiegano in coro Maurizio Dallocchio e Maurizio Gandolfi alla regia del comitato organizzatore che devolverà al comitato paralimpico parte del surplus. La selezione dei 139 atleti di 15 paesi, che oggi dalle 12 si daranno battaglia, avverrà o sul rettilineo iniziale o alla curva «del Bar bianco», il punto clou con una lieve pendenza.
«La sprint, nata nel 1996 - spiega Jurg Capol direttore federale del fondo - è la gara più spettacolare e moderna, perfetta per la città». Due prove al fulmicotone, oggi le individuali domani le sprint a squadre dove a far la differenza sono passo e sgomitate. In via Beltrami c'è anche un villaggio di leccornie. Mentre dentro il Castello gli skiman danno di paraffina e sciolina, fuori dalle mura energici volontari fanno anche da strilloni all'evento completamente gratis.

All'interno del Parco si respirano suggestioni iperboree in clima primaverile: eterei atleti nordici parlano lingue diverse spingendo ugualmente sugli sci, in T-Shirt e occhiali da sole, le gote rosse come al mare.
«Temevamo il caldo e invece questa neve senza umidità è compatta», spiegano Federico Pellegrino e Gaia Vuerich fra le 20 frecce azzurre in gara oggi. Loro se la giocano. E speriamo Milano sappia fare lo stesso.

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