È il sogno di ogni «imbucato»: infilarsi a un ricevimento alla Casa Bianca senza essere invitato, farsi una bella foto col presidente (o almeno col suo vice), allontanarsi indisturbati, mettere il tutto su Facebook e magari costruirci sopra una carriera televisiva. È esattamente quello che hanno fatto, e che per quanto riguarda la parte finale si apprestano a fare, due intraprendenti festaioli americani, Tareq e Michaele Salahi. Che per la costernazione (tardiva) dei servizi di sicurezza hanno superato senza disporre di un invito i controlli per lammissione alla cena di Stato offerta martedì sera dal presidente Obama in onore del suo omologo indiano Manmohan Singh. È bastato loro essere ben vestiti e sicuri di sé.
I servizi segreti stanno indagando su ordine del presidente per chiarire come sia stato possibile un simile fallimento, che non ha precedenti. Ma la risposta è molto semplice. Come ha riconosciuto il portavoce degli agenti preposti alla sorveglianza «il posto di controllo del Secret Service non ha eseguito le procedure». È chiaro che a questo punto le polemiche si sprecheranno e cadranno diverse teste. E che in futuro i controlli saranno irrigiditi. Anche perché è ben noto che Barack Obama, il primo presidente americano di colore, è oggetto (lo è stato anche negli ultimi giorni prima di martedì) di minacce di morte da parte di razzisti ed estremisti politici e risulta quindi incredibile che questo non abbia insegnato nulla.
Tareq e Michaele Salahi non sono due perfetti sconosciuti. Come racconta il Washington Post, che per primo ha diffuso la notizia, sono due socialites (frequentatori abituali di feste e ricevimenti) sulla quarantina ben conosciuti nella capitale come appassionati di polo e promotori del vino prodotto nel vicino Stato della Virginia. Lei è una bella donna bionda, la cui principale aspirazione sembra essere quella di partecipare al serial televisivo «Desperate Housewives of Washington». Lui è un signore dai tratti somatici piuttosto palesemente arabi, come del resto segnala anche il suo cognome: ma anche questo, in tempi di aggressivo estremismo islamico, non sembra aver acceso in alcuno la lampadina del sospetto.
Le modalità della loro «imbucata» hanno del farsesco. I due, elegantissimi (lui in smoking, lei fasciata in un abito lungo rosso di foggia indiana), si sono presentati agli ingressi della Casa Bianca confondendosi tra i numerosi invitati. Nessuno ha chiesto loro di mostrare linvito. Addirittura, un marine in alta uniforme ha annunciato i loro nomi e la coppia è passata davanti ai fotografi, fermandosi più volte per posare. Poi si sono mescolati agli invitati prima di dirigersi al cocktail nella East Room.
Qui hanno cominciato a scattare foto che più tardi hanno postato su Facebook per documentare la loro «impresa»: coi marines di guardia, in compagnia del sindaco di Washington Adrian Fenty, con diversi deputati. Ma il meglio è venuto subito dopo, nella sala dove è stata servita la cena. Qui si sono fatti immortalare con il capo dello staff di Obama, Rahm Emanuel e per ben due volte con un sorridentissimo vicepresidente degli Stati Uniti, lignaro Joe Biden.
I Salahi hanno mancato un solo obiettivo, sedersi alla tavola del presidente. Ma forse adesso qualcuno ha finalmente capito che avrebbero potuto combinare ben altro.
Due «imbucati» alla Casa Bianca Potevano assassinare Obama
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.