Due passi nei santuari della progettazione

Si potrà scoprire che c’è chi usa ancora carta e penna

Due passi nei santuari della progettazione

Marta Bravi

Gli studi di architettura aprono le porte alla città. In occasione della terza edizione della Festa dell'architettura organizzata dalla Triennale oggi pomeriggio (15.30 - 18.30) e domani (10-16) sarà possibile curiosare dietro le quinte di 27 studi di architettura e di design (per info www.triennale.it o 02/724341). «Così come aprile è il mese del design - spiega Fulvio Irace, promotore della festa - ho pensato che ci volesse anche un mese dell'architettura per mobilitare e dare smalto a una classe smarrita oggetto di tante polemiche negli anni passati. Vogliamo lanciare un messaggio di ottimismo, forti anche della sempre maggiore attenzione che l'architettura sta suscitando: nella passata edizione di «OpenStudio», questo il nome dell'iniziativa, oltre un migliaio di milanesi ha fatto tappa negli studi, che hanno triplicato il numero delle adesioni. L'anno prossimo - continua Irace - apriremo al pubblico anche le scuole e le università di architettura e di design».
La filosofia della due giorni è quella di avvicinare all'architettura, non solo studenti e appassionati, ma anche ragazzi, adulti, semplici curiosi per sottolineare gli aspetti concreti e le difficoltà che stanno dietro un progetto e smitizzare l'immagine dell'architetto come genio solitario, artista del costruire.
Ogni studio poi costituisce un mondo a sé : allo studio Magistretti, per esempio, si disegna ancora con carta e penna, cosa che ha lasciato di stucco chi si immaginava solo computer e scrivanie asettiche, mentre da Boeri i visitatori parteciperanno a una riunione mentre sullo schermo scorreranno video e rendering degli ultimi lavori. Da Mendini c'è sempre un gran viavai di artisti, collaboratori, visitatori, sono ospitate installazioni e video in un ambiente frizzante e dinamico, proprio perché architettura non significa solo progettazione.

Da Italo Rota, invece, architetti giovanissimi lavorano con le tecnologie più sofisticate attorniati dai souvenir di viaggio e da collezioni di oggetti curiosi, mentre nello studio museo Achille Castiglioni tutto appartiene al passato. Lo studio, infatti, è rimasto esattamente come lo lasciò Castiglioni.

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