Una danza che affonda le sue radici dal teatro doriente, succhia linfa dallovest e talora (è il caso dellesperienza sviluppata dal maestro Akira Kasai) si lascia influenzare anche dal made in Italy: dalla Commedia dellarte e, più indietro nei secoli, dalla storia di Eliogabalo limperatore ragazzino decapitato nel 222 d. C. Parliamo del buto, danza di tendenza nata nel 1959 in Giappone parallelamente allo sviluppo della post modern dance americana e al Thanztheatre tedesco, a cui il RomaEuropa Festival dedica J-Dance Special Edition due serate al Palladium rigorosamente divise tra sessi: una declinata al femminile e una al maschile. Un progetto che tende a ricostruire il complesso mosaico del buto, unarte dalle molteplici facce e suggestioni. Tre generazioni di artisti, messi a confronto tra modern e contemporary dance, oggi e domani saranno impegnati in sei «assolo» proposti in prima nazionale in un programma che spazia dalla tradizione giapponese alle commistioni di danza africana. Su tutti spicca il nome di Akira Kasai, allievo di Tatsumi Hijikata, ribattezzato il Nijinsky del buto il quale domani danzerà Les Quompeitaux (il confetto). Un lavoro ispirato al ricordo del frate missionario Francesco Saverio che nel 500 sbarcò dal Portogallo portando con sé dolcetti di mandorla: «per me il confetto è il simbolo del legame tra oriente e occidente» spiega il maestro della prima generazione del buto iniziato alla contemporanea nel 63 dai padri fondatori Tatsumi Hijikata e Kazuo Ohno. «Quando debuttai nel 66 con la coreografia Tomato, il buto, che tradotto dal giapponese significa danza sociale, divenne cosa pubblica. Prima questo termine non era usato - spiega Kasai -. Il segreto della mia arte? Poter coniugare lelemento orizzontale tipico della cultura nipponica allelemento verticale della tradizione europea». Oltre alla cosmopolita Setsuko Yamada, che oggi danzerà Fleus variables dans leur vitesse, sulla scena del RomaEuropa si esibiranno gli artisti della generazione di mezzo del buto - come Kota Yamazaki, il quale proporrà un'opera ispirata ai suoi studi sulla schizofrenia - e i nuovi talenti.
Come Hiroaki Umeda, ex giocatore di calcio, ballerino di strada e coreografo high tech che si esprime usando la luce e i disegni sonori, o la sensuale Ikuyo Kuroda che di recente ha danzato le parti soliste nello show di J. Nadj "Asobu". Tel 800.795525; www.romaeuropa.net- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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