Stefano Zurlo
da Milano
La matita di due vignettisti spezzata per non dare fastidio a Sergio Cofferati. Sarebbe accaduto lunedì scorso, durante la trasmissione Crozza Italia su La7. Protagonisti del caso due vignettisti bolognesi, i «cattivi» Zap e Ida, autori dei disegni contenuti nel libro Cofferati anchio. La redazione del programma aveva chiesto la liberatoria per mostrare le tavole, poi però i telespettaori non hanno potuto sorridere e non hanno assaporato la perfidia della coppia. Come mai? I due artisti, risucchiati nel cono dombra, parlano di censura, Il Secolo dItalia rilancia a loro insaputa, il direttore artistico di Crozza Italia, Giorgio Gallione, rispedisce al mittente le accuse: «Non cè nessun retroscena». E il clima a Bologna sarroventa.
La coordinatrice provinciale dellUdc Maria Cristina Marri sostiene che «la buona amministrazione nel capoluogo emiliano è una utopia massmediatica che il sindaco sa rappresentare benissimo dalle platee televisive». E, par di capire, solo da quelle, giocando come un prestigiatore con i temi più spinosi.
Ospiti della puntata incriminata, la prima del nuovo show del comico, sono i sindaci Walter Veltroni e Sergio Cofferati. Naturale che nel contenitore sia prevista anche una finestra sui comici bolognesi Zap & Ida, notissimi in città, se non altro per quel Cofferati anchio che il Secolo dItalia definisce «un caustico libello». Ma le temute matite non arrivano in video: vengono fermate prima. Un caso? Una scelta?
Il quotidiano di An spara ad alzo zero: «La sinistra è fatta così: quando qualcosa non laggrada, in campo intellettuale, o laggredisce (è il caso di Giampaolo Pansa, la cui statura è tale da impedire la costruzione intorno a lui di una gabbia di silenzio), o lignora impedisce a tutto il circuito culturale che controlla di parlare o discutere di ciò che dà fastidio».
La replica di Gallione è secca: «Ci dispiace per i due vignettisti, ma non si tratta di un caso di censura. Non cè nessun retroscena, nessun accordo occulto con il minculpop e tantomeno con Cofferati, che neppure sapeva né ci ha chiesto quali testi avremmo usato per lintervista». E la liberatoria? «Come per molti altri libri, la nostra redazione li richiede alla casa editrice ed allega anche una liberatoria preventiva dutilizzo, ma poi la scelta è degli autori, ed in questo caso abbiamo indirizzato lintervista in unaltra direzione». «Bologna - è la replica di Maria Cristina Marri - non merita latteggiamento sprezzante del sindaco Sergio Cofferati».
Il primo cittadino tace. La coppia teleoscurata risponde sul filo del sarcasmo: «La redazione di Crozza Italia nega lintervento censorio del sindaco. Sarebbe stato assai curioso se avessero ammesso il contrario». I due, intanto, affilano le matite e portano in libreria Rime tempestose, 84 quartine e altrettante vignette per demolire il primo biennio cofferatiano sotto le Due Torri.
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