Inter-Milan: decide il Brasile. O meglio: decidono i protagonisti delle Seleçao, con una sola, malinconica eccezione, Pato tornato laggiù a farsi curare dal sole oltre che da medici e fisioterapisti di fiducia. Sono tre le sfide che possono orientare il destino del derby di Milano e parlano tutte lo stesso idioma calcistico. Prendiamo la prima, forse la più suggestiva: Ronaldinho contro Maicon uguale il talento purissimo contro la forza ciclopica. Uno è il punto di riferimento di ogni assalto rossonero, laltro lo stantuffo capace di asfaltare chiunque si presenti sulla sua strada, quando la condizione fisica lo esalta e lo smalto lo accompagna. Dinho non è il tipo da inseguire il suo connazionale, semmai è Maicon che deve farsi coprire le spalle tutte le volte che decide di saltare fuori dalla trincea e partire allassalto della striscia di prato. Ronaldinho è quasi al massimo del rendimento, Maicon alla ricerca dei picchi raggiunti in altre circostanze, quando, con Ibra, fece tutto: cross, assist, gol.
Il secondo duello, a distanza, sembrava improponibile fino a qualche tempo fa. Julio Cesar, titolare del Brasile oltre che dellInter, contro Dida, un tempo padrone a casa sua oltre che di Milano calcistica, poi emblema di papere ed errori commessi dai berlusconiani in materia di scelte. Lultimo Julio Cesar è finito sotto il tiro della critica interista per episodi circoscritti: assente come tutti gli altri a Barcellona, insufficiente col Siena, impallinato due volte da Maccarone. Erano abituati alla saracinesca, ecco il punto di partenza dei lamenti. Dida ha fatto il percorso opposto: da colabrodo, è tornato Bagheera la pantera, pittoresca definizione di Carlo Pellegatti. Dopo aver provocato persino una squalifica dellInter in Champions, Dida ha regalato un paio di derby ai rivali: quando si dice la par condicio.
Lultimo brasiliano da seguire con curiosità è Thiago Silva, detto il freddo.
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