Duomo, metrò e caserme: alzato il livello di allarme

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva appena dato la notizia della morte di Osama Bin Laden che dal Viminale era già partito l’ordine per aumentare le misure di sicurezza in città. Massima vigilanza per sistemi di trasporto, infrastrutture, caserme, rappresentanze diplomatiche e commerciali, luoghi di culto. Ma anche supermercati, centri commerciali, sagre e feste rionali.
È lunghissimo dunque l’elenco dei cosiddetti «obiettivi sensibili» per i quali il livello di attenzione è stato ulteriormente innalzato. Già dopo la crisi libica, e le minacce al nostro Paese lanciate da Muammar Gheddafi, in città era già stato lanciato lo stato di massima allerta. Adesso però le fonti di pericolo sono raddoppiate, si temono attentati sia da parte di terroristi nord africani sia da parte di elementi legati ad Al Qaida, desiderosi di vendicare il loro capo ucciso dagli americani.
Per questo sono aumentati gli uomini, in divisa e in borghese in base al tipo di servizio, incaricati di sorvegliare la nostra incolumità. Poliziotti, carabinieri, finanzieri ma anche 400 unità dell’Esercito, con le rispettive squadre di artificieri e di cani antiesplosivo e antisabotaggio. In testa alla lista dei bersagli, sedi diplomatiche e commerciali di Stati Uniti e Israele, e poi via via un po’ tutti i consolati, generali od onorari. Sono ben 106, Milano infatti è la prima città al mondo, ponendosi in questa particolare classifica persino davanti a New York.
Poi ci sono luoghi di culto come sinagoghe e chiese, in particolare Duomo e Sant’Ambrogio, dove in passato furono trovati ordigni che per fortuna non esplosero. Quindi le caserme di forze armate, polizia, carabinieri, guardia di finanza. Sempre qui a Milano infatti nell’ottobre 2009 un libico cercò di farsi saltare dentro la sede del Reggimento artiglieria a cavallo di piazzale Perrucchetti. Poi c’è tutto il sistema dei trasporti, con in testa la metropolitana: nel 2005 a Londra tre kamikaze qaidisti colpirono proprio il sistema di trasporti urbano provocando 44 morti. Ma non bisogna dimenticare il sanguinoso attentato dell’anno precedente alla stazione di Madrid, dove rimasero uccise 191 persone. Quindi particolare attenzione alle stazioni ferroviarie, dalla Centrale fino alla più piccola, ma anche scambi e binari. Ma ovviamente quando di parla di attentati la maggiore preoccupazione riguarda il trasporto aereo, dunque misure più rigorose a Linate, oltre che negli altri scali che compongono l’intero sistema lombardo, come Orio al Serio e Malpensa. Infine infrastrutture come linee elettriche, del gas e acquedotti.
Ma oltre agli obiettivi sensibili o altamente simbolici, infiniti possono essere i bersagli di un ipotetico attentatore. Soprattutto tenendo presente che Al Qaida non è una organizzazione centralizzata ma piuttosto una sorta di «marchio» o meglio di cellule in «franchising». Una volta individuato il «nemico», l’America, Israele e in generale l’Occidente, qualsiasi «buon musulmano» è libero di colpire come, quando e dove crede. O forse sarebbe più esatto dire «può».

Quindi eventuali obiettivi sono stati individuati anche in momenti di particolare aggregazione, fissa o temporanea. Questo significa un grande magazzino, un supermercato, un centro commerciale ma anche sagre o feste rionali dove insomma si possa riunire molta gente. E soprattutto indifesa.

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