
C'è un primo maggio che non ti aspetti, a lume di candela, scandito dai rintocchi delle campane. Si accende in Duomo, dove sulle terrazze, tra le guglie, la Banda dell'Esercito italiano intonerà un concerto aperto dall'inno nazionale per i rappresentanti dei Paesi che partecipano a Expo. Poi, stasera alle nove, le porte si spalancheranno per tutti coloro che vogliono partecipare allo spettacolo (anche musicale) della nuova illuminazione della cattedrale. Le prime duemila persone che entreranno potranno accendere vere candele davanti all'altare e questa luce illuminerà il Duomo fino al momento clou della serata, quando verrà attivata la nuova illuminazione a led.
Alta tecnologia con un obiettivo antico e poetico: trasmettere l'impressione che la cattedrale sia tutta illuminata da candele. Calde, tremolanti, ma con una differenza fondamentale rispetto al passato: la luce arriverà a toccare ogni angolo, compresi i capitelli e le volte. «Nessuno ha mai visto il Duomo come sarà possibile vederlo stasera» dice il professor Gianni Baratta, direttore della Veneranda Fabbrica. Alla serata in cattedrale, intitolata «La città accende il Duomo», interverranno il cardinale Angelo Scola, l'arciprete Gianantonio Borgonovo e Pietro Palladino, l'ingegnere che ha progettato la nuova illuminazione.
Che cosa cambia nella luce? «Tutto. La luce piatta nascondeva la parte alta del monumento, dai capitelli in su, e così non è mai stato possibile vedere le volte - spiega il professor Baratta -. Il led dà potenza senza togliere l'armonia e le vibrazioni della fiamma che si muove, come se arrivasse da una candela. E questo grazie alla tecnologia». Può sembrare strano che chi ha costruito il Duomo abbia scolpito e inciso dettagli così minuti sapendo che nessuno sarebbe mai riuscito a vederli. Baratta non si sorprende: «È l'arte della fabbrica del Dom : gli scalpellini che curano le parti che non si vedono più di quelle che si vedono. Il lavoro davanti ma soprattutto il lavoro che sta dietro, perché davanti vede l'uomo, ma dietro vede solo Dio».
Il Duomo si prepara al suo primo maggio non solo in chiave intimista. Stasera alle sei, tra le guglie, il campanone della cattedrale darà il via al concerto. Dopo la scampanata, che vuole coinvolgere tutte le chiese della Diocesi, la banda dell'Esercito si esibirà in un concerto con un repertorio interamente italiano. Ad aprire, sarà l'Inno di Mameli. «Segnerà l'inizio della Festa dei popoli, un messaggio rivolto a tutte le genti» spiegano dalla Veneranda Fabbrica.
E se la scelta della banda dell'esercito per il tetto del Duomo all'inaugurazione dell'Expo può sembrare una stranezza a qualcuno, dalla Fabbrica ricordano che «il concerto della banda dell'esercito è ormai una tradizione del Duomo e anzi suggella un'alleanza che va avanti tutto l'anno». Sono militari in divisa, 365 giorni su 365, a controllare la sicurezza di fedeli e visitatori che entrano in Duomo.