Ieri il responsabile dell'ufficio scuole paritarie della direzione scolastica regionale ha diramato un elenco delle scuole straniere di Milano e della Lombardia che è possibile frequentare e, quindi assolvere all'obbligo scolastico.
La nota fa seguito a un lungo documento dello stesso direttore Mario Dutto in cui si illustrano tutte le norme che regolano l'istituzione e la gestione delle scuole straniere. Interventi nati per dimostrare che c'è una lente di ingrandimento che non tiene di mira solo la scuola araba di via Ventura, ma che vuole allargare il campo di intervento a tutte le scuole di questo tipo. Un campo in realtà inesplorato.
A Milano esistono infatti una decina di scuole straniere di tradizione, ma quante di esse hanno i requisiti che si stanno chiedendo oggi alla scuola araba? Nessuno è in grado di rispondere. «Si tratta di scuole - dicono all'ufficio competente - per le quali fino al 1999 dipendeva dal ministero della Pubblica istruzione dichiarare autorizzate. Quindi nei nostri fascicoli non esiste documento sulla idoneità della loro sede. E se la documentazione pur esistesse in qualche ufficio di Roma, si tratterebbe di vedere se sono stati gli adeguamenti richiesti dalle leggi che si sono succedute in questi anni in tema di sicurezza delle strutture scolastiche».
Una cosa è certa: nessuno ha mai effettuato sinora delle verifiche su alcuna situazione. «E se proprio vogliamo dire come stanno le cose - ammette con una punta di malizia un impiegato che segue queste pratiche - ricordo che la scuola francese a Milano ha recentemente cambiato sede e a quel punto avrebbe dovuto produrre i documenti che si stanno chiedendo alla scuola di via Ventura. Ma non mi risulta che ciò sia stato fatto. E allora per questo dovremmo dichiarare quella scuola illegale? Sarebbe davvero un bel pasticcio».
Quali conseguenze avranno, allora, le note diramate da Dutto o dal suo più stretto collaboratore in questi giorni sulla parità delle scuole straniere a Milano e Lombardia? Per non restare lettera morta dovrebbero dare il via a una raffica di controlli.
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