E un altro pirata va a salutarlo in aula

Una strana quanto imprevedibile forma di «solidarietà tra pirati della strada». Anche se, così sembra, del tutto casuale. È quanto accaduto ieri durante il processo davanti alla Corte di Assise di Appello di Roma che ha ridotto la pena a cinque anni a Stefano Lucidi, accusato di avere travolto e ucciso due fidanzati in sella al loro scooter. A un certo punto in aula è comparso Fredierich Vernarelli, sotto processo nella capitale per aver investito e ucciso due turiste irlandesi sul lungotevere vicino Castel Sant’Angelo nella notte tra il 17 e 18 marzo dello scorso anno. Vernarelli, che è stato in parte scagionato da un testimone statunitense, per una coincidenza «giudiziaria», era ieri in aula davanti al giudice monocratico proprio per rispondere della morte delle due irlandesi.

«Volevo salutare Stefano», ha detto semplicemente. I due, infatti, hanno condiviso per un periodo la medesima cella nel carcere di Regina Coeli. L’incontro, tuttavia, non è avvenuto in quanto Lucidi, tuttora detenuto, non era avvicinabile.

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