E in Argentina guadagnano 20mila euro a partita

da Buenos Aires

La violenza non è una novità nel calcio argentino. La calda estate non vuole finire e col fischio d’inizio del Torneo di Clausura, la seconda parte del campionato, si è surriscaldato subito anche il clima negli stadi. L’ultimo esempio proprio ieri quando, a 4 minuti dalla fine di Newell’s Old Boys-River Plate, i tifosi della squadra di Rosario hanno scatenato una battaglia contro quelli del River e l’arbitro Baldassi ha deciso di chiudere anzitempo la partita.
Da una settimana sui media argentini non si parla d’altro. La gente ha paura di andare allo stadio con famiglie e bambini. E il governo vuole il pugno duro contro i facinorosi, dopo che il ministro dell’Interno Aníbal Fernández ha annunciato la chiusura per cinque giornate proprio dello stadio del River, il "Monumental", che l’altra domenica era stato al centro di una battaglia tra gli ultrà biancorossi e quelli del Lanús, con tre feriti da coltellate e uno raggiunto da una pallottola. Così la squadra di Daniel Passarella dovrà giocare in campo neutro le sfide con Racing Avellaneda, Arsenal, Gimnasia Jujuy, Belgrano Cordoba e Banfield. «Lo scopo è punire la società, ma non danneggiarla economicamente», ha messo in risalto il ministro Fernández.
Il presidente del River Plate José María Aguilar non ha ancora parlato dopo il suo rientro da Punta del Este (nota spiaggia dell’Uruguay) e in settimana sarà interrogato dalla Camera dei Deputati. La magistratura e le forze dell’ordine stanno indagando sul mondo degli ultrà. Un’inchiesta che punta soprattutto sui rapporti tra i club e le tifoserie organizzate, proprio come in Italia: si dice infatti che gli ultrà del River guadagnino parecchio con la rivendita dei biglietti e persino con il parcheggio delle auto attorno allo stadio, fino a un ammontare di 20.000 euro a partita per le partite giocate al "Monumental".
Il ministro Fernández però non si è fermato qui: ha sospeso per una giornata anche lo stadio del San Lorenzo de Almagro per gli incidenti avuti a fine anno durante la partita con il Quilmes. Mentre il presidente del Banfield Carlos Portell ha invece fatto una denuncia alla polizia in cui spiega di essere stato ricattato da parte dai tifosi, che avevano chiesto biglietti per la partita contro il Lanús e soldi per la trasferta di Coppa Libertadores in Paraguay contro il Libertad di Asunción.
Il presidente della federcalcio argentina (nonchè vicepresidente della Fifa) Julio Grondona, ha preso le distanze dicendo che lui «è responsabile del calcio giocato, non della sicurezza». Ma la situazione sta contagiando anche le categorie più basse. In terza divisione, la "B Metropolitana", si è scatenata una battaglia tra gli ultrà del Talleres, squadra della cittadina di Remedios de Escalada, e quelli del Los Andes, dopo che la polizia non aveva adeguatamente separato i pullman delle due tifoserie: alla fine si sono contati 50 feriti e parecchie auto danneggiate.


Incidenti gravi, insomma, spesso dovuti a impianti fatiscenti, ma in altri casi, come quelli di River, Boca, Vélez, Belgrano Córdoba, scatenati anche in stadi con alti livelli di comfort. Come dire che non è solo un problema di tornelli.

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