E il barile sfiora il record di 104 dollari

da Milano

Il prezzo del petrolio batte una raffica di record storici e si avvicina a quota 104 dollari al barile. Il Light crude a New York ha toccato un picco di 103,95 dollari - il precedente massimo storico era di 103,05 - mentre a Londra il brent è salito per la prima volta sopra i 102 dollari. Il rialzo del greggio è legato, oltre che all’indebolimento del dollaro, anche alle tensioni geopolitiche internazionali. In particolare c’è attesa per un nuovo possibile pacchetto di sanzioni dell’Onu all’Iran, mentre il Venezuela e l’Ecuador hanno inviato truppe ai confini con la Colombia ed è sempre calda la situazione in Nigeria nella zona del delta del Niger. Domani, inoltre, si terrà un nuovo vertice dell’Opec a Vienna e il presidente Chakib Khelil, ha detto di non ritenere che un incremento della produzione di greggio sia una delle opzioni sul tavolo del gruppo. Khelil ha precisato che l’Opec ha di fronte due alternative: mantenere stabile la produzione oppure tagliarla. Il numero uno del cartello dei Paesi esportatori di petrolio ha aggiunto che un incremento del livello produttivo non avrebbe impatto sui prezzi. Intanto benzina e gasolio, spinti dal caro-greggio, continuano a registrare rincari dei listini delle principali compagnie. Nel weekend hanno rivisto al rialzo i prezzi di vendita sia l’Agip, sia la Esso.

Il marchio del gruppo Eni ha portato la verde a 1,404 euro al litro (più 0,005) ed il gasolio sui livelli record, già raggiunti da altri marchi, di 1,336 euro al litro (più 0,005). Rialzi sono stati registrati anche per il gasolio della Esso che è salito a 1,335 euro al litro (più 0,002 euro).

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