Eleonora Barbieri
da Milano
Vai in vacanza, e la piantina rimane in balcone. E speri di trovarla sana e salva al ritorno: ma le probabilità che non diventi tutta secca e gialla sono davvero poche. A meno che non ci sindustri: il rimedio più antico è la zia rimasta in città, o la vicina di casa a cui lasci le chiavi. Ma ora arriva anche unaltra soluzione, il «green-sitter»: cè chi si occupa dei bambini, chi dei cani e, alla fine, ci voleva pur qualcuno che si prendesse cura anche del verde di casa. La proposta è di Francesco Bet, presidente del Consorzio Florasì, che ha sollecitato i colleghi a preoccuparsi dei vasi rimasti negli appartamenti durante le ferie. Insomma, una specie di soccorso come per gli animali abbandonati, curato dagli stessi negozianti: «I fioristi o i garden center - ci spiega Bet - dovrebbero offrire questo servizio come optional post vendita». Non solo: dovrebbero anche trasformarsi sempre più in «consulenti», dando consigli e supporto ai clienti in caso di dubbi o problemi. «Chi compra piante e fiori - prosegue Bet - è sensibile, ci si affeziona e, spesso, non si accorge dei difetti: perciò il servizio, oltre al parcheggio dei vasi domestici, potrebbe comprendere anche una serie di trattamenti rigeneranti».
Un centro benessere allinsegna del verde, quindi, con prezzi variabili a seconda del tipo di pianta e delle condizioni in cui si trova; ma per cinque comuni gerani dappartamento, lasciati in custodia due settimane, quanto si può spendere? «Se sono in buona salute, fra i dieci e i quindici euro - calcola il presidente del Consorzio -. Ma se, ad esempio, il geranio ha il ragnetto e un po bistrattato, va potato e concimato, allora si può pagare anche due o tre volte tanto. Diciamo che, per sicurezza, è meglio farsi fare prima un preventivo».
Il servizio è tutto compreso, invece, se anziché affidarsi al negoziante di fiducia si ricorre al cosiddetto «home exchange»: ti cedo la mia casa in Costa Smeralda e tu mi dai la tua ai Caraibi; con la variante dell«home sitting», ovvero gli ospiti del tuo appartamento, durante le ferie, si dovranno prender cura di animali e piante. Certo manca la garanzia che si tratti di un professionista, con tutti i rischi del caso, da scoprire al ritorno: foglie ingiallite e secche, oppure appassite per la troppa acqua.
Una regola comune per tutte le creature verdi di casa, daltronde, non esiste: anche se, in generale, è buona norma lasciare le piante sul balcone, in una zona ombreggiata. Nellappartamento, con le tapparelle abbassate non filtrerebbe più luce; ma anche il sole violento è altrettanto dannoso. Lideale sarebbe lasciare i vasi in giardino, allombra di altre piante. Rimane comunque il problema dellinnaffiatura. Anche in questo caso non esiste un unico criterio. Luca Oggioni, docente della Fondazione Minoprio, ci spiega: «Tutto dipende, innanzitutto, dal diametro del vaso: se è piccolo, può contenere poca acqua e, quindi, va bagnato più spesso; la dimensione e la specie della pianta, poi, sono determinanti: maggiore è la superficie di foglie, più il vegetale beve, così come esistono generi più o meno delicati». Un ficus beniamino alto due metri, quindi, resiste meglio di una felce: il vaso più ampio contiene infatti acqua anche per 15 giorni. Petunie e canne di vetro, invece, soffrono di più; mentre il geranio sopravvive a secco anche per tre giorni. La soluzione più sicura è comunque limpianto dirrigazione a goccia: grazie ai tubicini da applicare vaso per vaso, si può infatti calibrare linnaffiatura a seconda della pianta. Basta fare prima delle prove in un bicchiere.
E il bonsai va «in pensione» per 9 euro
I costi sono per una sola settimana: ma pochi giorni di incuria lo ucciderebbero
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