RomaUna cosa è certa: il nodo del lavoro Monti lha risolto. Almeno per sé. Al professore, già assunto a tempo indeterminato come salvatore della Patria nel novembre scorso, continuano a piovere offerte di lavoro. Mica quisquilie, roba seria. Lultima candidatura arriva da Parigi e, considerata la scarsa simpatia dei cuginetti nei nostri confronti, vale doppio. È il quotidiano Le Monde (che noi rinunciamo a definire autorevole come si usa per qualsiasi giornale straniero, fosse anche lInformatore di Timbuctù) a fare il nome del nostro premier come possibile successore alla guida delleurogruppo dellattuale leader, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, il cui mandato scade nel prossimo 17 luglio.
In base alla ricostruzione del quotidiano francese che ieri non ha conosciuto né conferme né smentite ufficiali, Monti sarebbe stato «discretamente sondato» dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, in vista della sua possibile nomina a capo del centro di coordinamento che riunisce i ministri dellEconomia e delle Finanze degli Stati delleurozona. E a quanto si intuisce, a Parigi lidea non dispiace. Monti è infatti una personalità «in grado di riconciliare i due campi», il Nord con il sud dellEuropa, i Paesi falchi del rigore con quelli nella zona rossa. Insomma, «un buon compromesso - come spiega un diplomatico di alto rango al corrispondente da Bruxelles di Le Monde - Monti sa parlare ai francesi come ai tedeschi ed è egualmente molto ascoltato fuori dalleurozona». Lunica perplessità da parte francese sembra essere la possibile incertezza di Monti a cumulare due cariche tanto importanti come quella di presidente del consiglio a Roma e quella di presidente dellEurogruppo a Bruxelles. Da parte tedesca invece non convince lidea di «premiare» un Paese un po canaglia come lItalia, tanto che da Berlino si fa il tifo per il premier finlandese, lex ministro delle Finanze Jyrki Katainen, espressione di uno dei soli quattro Paesi rimasti nelleurozona con la tripla A. Quelli che, avendo tutti dieci in pagella, per il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, «sono forse nella posizione migliore di esprimere dei candidati».
Resta il fatto che tutti vogliono Monti. In Europa come in Italia, dove il premier da più parti è stato indicato come possibile futuro premier, successore di se stesso. La tentazione da parte dei partiti che sostengono attualmente il governo del professore è quella di averlo come candidato alle elezioni del 2013. Un desiderio espresso con parole esplicite dal leader dellUdc Pier Ferdinando Casini («Non credo che in un anno si esauriscono le ragioni che lo hanno portato a Palazzo Chigi»), ma che titilla anche esponenti del Pd come Walter Veltroni («Consegnare al centro o al nuovo centrodestra il lavoro del governo è un errore grave») e del Pdl come Roberto Formigoni («Non escludo che Monti possa candidarsi»).
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