I tre arbitri in campo? Cè chi lidea lha avuta da tempo. Gianfranco Cipolloni ha più di sessantanni e nei giorni scorsi ha anche effettuato un esperimento allo stadio Flaminio (lennesimo di una lunga serie su campi di provincia del viterbese) in un triangolare per beneficenza: tre soli direttori di gara, con una riserva in panchina pronta a subentrare in qualsiasi momento, senza assistenti laterali con la bandierina.
In pratica tre arbitri con il fischietto, ciascuno con potere decisionale e tutti indipendenti luno dallaltro, che secondo Cipolloni garantiscono disciplina allinterno del terreno di gioco, tutelano giocatori, dirigenti, pubblico e risultato finale. Una terza squadra in campo, quindi, senza infastidire il gioco pur essendo a stretto contatto fra loro. E ai bordi del campo, un vero e proprio allenatore che può correggere le posizioni dei fischietti o dare loro semplicemente consigli. «In questo triangolare cerano calciatori come Delvecchio, Negro e Gottardi che ci hanno fatto i complimenti», sottolinea Cipolloni. «Questo tipo di gioco racconta è nato allinterno della mia scuola (la Spaac) e con il tempo è stato rifinito e perfezionato».
In questi anni Cipolloni ha scritto a Platini, a Blatter e ad Abete per spiegare la validità del progetto. «Voglio solo dimostrare che il sistema attuale è obsoleto, non più in linea con i tempi moderni. Lidea dei tre arbitri, che ora è argomento di dibattito anche tra le istituzioni del calcio, può essere utilizzato per le grandi sfide. Infatti, la Figc potrebbe obiettare che non cè un numero di arbitri sufficienti per applicarlo al nostro campionato.
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