E il caso arriva sul tavolo del ministro

E il caso arriva sul tavolo del ministro

«Chissà perché, sentendo che l’alternativa per il ruolo di capo ufficio indagini della Figc era tra Pierluigi Vigna e Francesco Saverio Borrelli, non avrei avuto dubbi e avrei scelto il primo. Ma chissà anche perché, un uccellino mi diceva che intanto sarebbe stato scelto il secondo». Sceglie l’ironia, Giorgio Bornacin, senatore ligure di An, per commentare la scelta del commissario Figc Guido Rossi di nominare l’ex procuratore capo di Milano al vertice degli inquirenti calcistici. Ma non scherza quando prende carta e penna e butta giù di getto un’interrogazione al ministro dello Sport, Giovanna Melandri. E nel segnalare «l’okkupazione» del calcio, porta anche in Parlamento il caso-Genoa, lo scandalo della sentenza precotta della Caf, per dimostrare come la credibilità del sistema non possa essere ritrovata con il controllo egemonico della sinistra anche del mondo dello sport.
È un fiume in piena, Bornacin. L’idea che l’ex numero uno del di Milano possa ripetere la stagione di Mani Pulite anche nel calcio, lo terrorizza. Perché Tangentopoli non è stata solo una stagione di pulizia. «Come facciamo a dimenticare che il tintinnar di manette di quel gruppo di magistrati portò anche al suicidio alcuni indagati? - si domanda il senatore -. Chiederò al ministro Melandri di sapere quali garanzie di imparzialità offre un uomo come Borrelli. E quali garanzie che non sia un giustizialista come ai tempi di quelle indagini che si conclusero con i tre quarti degli accusati oggetto di sentenze di assoluzione o di condanne lievissime. L’ex procuratore antimafia Vigna dava invece garanzie di tutt’altro livello. Così c’è invece la dimostrazione che la Figc viene appaltata alla sinistra, intanto l’autonomia dello sport non esiste più, tanto che il governo Prodi ha creato un ministro dello Sport».
Ma in Parlamento non si parlerà solo di Borrelli. «Nell’interrogazione farò esplicito riferimento ad alcune cose poco chiare - assicura Bornacin -.

La prima che mi viene in mente è proprio quella della sentenza Genoa e della perizia che proverebbe il fatto che la Caf l’avrebbe scritta già prima di iniziare il processo. Una cosa gravissima, della quale spero il ministro voglia rendere conto».

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