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E il caso Falluja divide ancora il centrosinistra

P rove generali di politica estera all’interno dell’Unione. In attesa che si schierino i ministri degli Esteri in pectore del centrosinistra, pronti ad assaltare la Farnesina in un ipotetico governo Prodi, accontentiamoci dei giornali d’area o di partito. Più indicativi di tante vuote dichiarazioni rilasciate in agenzia. Liberazione e Manifesto sparano contro gli americani sull’uso di fosforo in Irak, anche se è stato appurato che non si tratta di un’arma chimica di distruzione di massa. Poi per cancellare subito l’effetto mediatico della fiaccolata pro Israele, sostenuta anche da alcuni leader rappresentativi dell’opposizione, hanno appoggiato le contestazioni anti Usa di Roma, con il chiaro obiettivo di mettere in difficoltà i più filoatlantici Ds e Margherita. Ma c’è qualcuno che ha il coraggio di dire basta. Europa, il quotidiano dei rutelliani, sbotta nell’editoriale di ieri: «Che si usi l’Irak per rafforzare una propria linea politica, va bene. Che si usino quei poveri cadaveri ustionati come arma di ricatto e riequilibrio nella piccola politica interna del centrosinistra, questo fa un po’ schifo».

Una bella ondata di ribrezzo che la dice più lunga dei sorrisi di facciata di Prodi.

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