Cultura e Spettacoli

E dal caveau escono Boccaccio e Petrarca

Era l’8 dicembre del 1609, quattrocento anni fa, quando il cardinal Federico Borromeo, cugino di san Carlo, apriva solennemente al pubblico la Biblioteca Ambrosiana, una delle istituzioni più ricche di arte e di storia non solo di Milano ma del nostro Paese. Tra le primissime biblioteche pubbliche d’Europa, il cardinal Federico la concepì come «generale», perché orientata allo studio di tutte le scienze che compongono il sapere universale, dalla classicità greco-latina al diritto, dalla filosofia alla musica, alla linguistica, alla teologia... Così che il patrimonio librario crebbe nei secoli. E ora è immenso. Intanto - insieme a manoscritti, incunaboli, papiri e libri a stampa - la visione illuminata di Federico iniziò ad allineare in queste stesse sale i capolavori artistici del Rinascimento: oggi la pinacoteca dell’Ambrosiana è un museo unico al mondo, di cui il Canestro di frutta di Caravaggio o il gigantesco cartone preparatorio per La Scuola d’Atene di Raffaello sono solo due straordinari «pezzi» tra i tanti qui in mostra.
Eppure, nonostante l’unicità della raccolta libraria e della collezione d’arte, e nonostante il fatto che qui sia custodito il maggior numero di opere di Leonardo da Vinci in assoluto al mondo (il celebre Musico, il Ritratto d’una Duchessa di Milano di mano di Leonardo donata da Federico nel 1618, gli oltre mille fogli del Codice Atlantico, più vari disegni, caricature e incisioni) l’Ambrosiana è a volte inspiegabilmente «nascosta»: troppo «vicina» e troppo «milanese», non trascina il successo di pubblico che invece stramerita. E così, modello di tutela e conservazione dei nostri beni culturali (dalla digitalizzazione dell’incredibile patrimonio librario al curatissimo percorso della pinacoteca), si guadagna le pagine del New York Times o dei grandi giornali giapponesi, ma è snobbata dagli italiani. E dai milanesi.
Ecco perché le celebrazioni volute dal Comitato nazionale per i 400 anni di vita dell’Ambrosiana possono diventare un’occasione, per noi e per i turisti stranieri, per conoscere meglio i tesori di questa istituzione. Anzi le «meraviglie», come vuole il titolo della grande mostra che si apre oggi: «Una delle testimonianze e delle manifestazioni più alte delle nostre ricchezze mai esposte finora», come racconta il Prefetto dell’Ambrosiana, monsignor Franco Buzzi, che ci accompagna lungo le sale della mostra, «un modo per riaprire la biblioteca alla città e al mondo, secondo l’insegnamento del cardinal Federico». Ecco, quindi, la sfilata dei pezzi più emozionanti del patrimonio manoscritti, di solito chiusi nel caveau: il De Divina Proportione di Luca Pacioli, del 1497, con i disegni geometrici di Leonardo, l’autografo di Piero della Francesca, il Virgilio del Petrarca con la pittura di Simone Martini, il Marziale scritto interamente dal Boccaccio, le miniature di maestri come Nicolò da Bologna, Pietro da Pavia, Guglielmo Giraldi e Cristoforo De Predis, la celebre Ilias picta, la Bibbia siro-pescitta del VI secolo, il papiro del VI secolo con la traduzione latina delle Antiquitates di Giuseppe Flavio. Rarità assolute che i grandi visitatori della Veneranda Biblioteca ebbero il privilegio di tenere fra le mani: regine, imperatori come Napoleone, poeti come Foscolo o Oscar Wilde... E attorno alla teche con i manoscritti, illustrati e spiegati da schermi multimediali di ultima generazione, le opere della collezione originale di Federico Borromeo riproposte ai visitatori sotto una «nuova luce». L’Adorazione dei Magi di Tiziano, la Madonna del padiglione di Botticelli, lo stesso cartone della Scuola d’Atene - solo per citarne alcune - sono esaltate da un nuovo sistema di illuminazione che guida il percorso (ad esempio, luce «fredda» per i fiamminghi, luce «calda» per gli italiani...) e che in futuro sarà esteso a tutto il museo. Fiat lux.
Quando fondò la «sua» Biblioteca, il cardinale Federico la volle come luogo di promozione della cultura, delle scienze, delle arti, e al tempo stesso di approfondimento delle ragioni della fede cristiana. Esattamente ciò che il Prefetto e i Dottori dell’Ambrosiana, 400 anni dopo, continuano a fare ogni giorno. A onore e gloria di Dio.

La mostra «La Biblioteca delle Meraviglie» è aperta da oggi fino al 27 giugno alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana a Milano (piazza Pio XI, 2).

Info 02.806921

Commenti