da Roma
È la Cgil lorganizzazione al primo posto della classifica per il numero di giornate di lavoro devolute a permessi e distacchi sindacali. Con 381.533 giornate lorganizzazione guidata da Guglielmo Epifani ha superato di gran lunga la Cisl che ha totalizzato 262.480 giorni.
Per avvicinarsi a quota 381mila si dovrebbero sommare i dati del sindacato del segretario Raffaele Bonanni con i 118mila giorni della Confsal. Al terzo posto della graduatoria, come prevedibile, si trova infine la Uil di Luigi Angeletti con 133.614 giorni. Ma il dato più sorprendente è il fatto che i sindacalisti Cgil detengano il primato nonostante alcune recenti rilevazioni abbiano messo in evidenza il «sorpasso» della Cisl nel settore pubblica amministrazione.
In ogni caso, come specificato da fonti vicine al ministero di Renato Brunetta, «la pubblicazione dei dati sui distacchi non è un tentativo di delegittimazione del sindacato, ma una procedura concordata con le stesse organizzazioni per fare chiarezza sul tema». Detto questo, va ricordato che, analizzando i soli distacchi retribuiti, oltre un terzo del monte-giorni della Cgil (287.357) proviene dal comparto scuola con 98.195 giornate, seguita dai 61.716 della Confsal. Nei settori Regioni e Servizio sanitario nazionale, invece, i cigiellini sono sempre tallonati dalla Cisl.
Questultima supera il sindacato di Epifani nei ministeri (26.461 giorni contro 17.861) e negli enti punti pubblici non economici (31.445 contro 19.158). Tra i ministeriali, però, i 4mila giorni di permesso retribuito dei cigiellini sopravanzano i 3.500 dei cislini e i 3.850 della Uil. Nel caso dei permessi retribuiti per le riunioni di organi direttivi si è registrato un sostanziale pareggio tra Cisl e Uil (25mila giornate circa) a fronte del solito primato Cgil (38mila giorni).
Eppure se si guardano i singoli ministeri qualche sorpresa spunta fuori. Come alle Comunicazioni dove solo 15 dipendenti hanno preso permessi retribuiti per la Cgil a fronte e i 20 della Cisl. Tra i distacchi delle Finanze a Roma, invece, si trova un solo cigiellino, due cislino e ben 5 iscritti alla Confsal. Sostanziale parità, invece, nei permessi retribuiti del ministero delle Politiche agricole: 5 alla Cgil e 4 a testa alla Cisl e alla Uil. Ai Beni culturali la Uil batte tutti nei permessi: 152 contro i 127 della Cgil e i 74 della Cisl.Un successo che si ripete, anche se con proporzioni minori, allAgenzia delle Dogane.
Vi sono anche casi di consenso bulgaro. Allagenzia regionale Lazio Lavoro nel 2006 sono stati registrati solo due permessi retribuiti di due ore: tutti e due della Cgil. La Cisl, però, si è rifatta ampiamente con i permessi allIstat: 72 dipendenti contro i 44 del sindacato di sinistra. Prevalenze che si è ripetuta anche al Comune di Roma (13-7). Ma alla Regione Lazio le parti si rovesciano con un 32-25 per la Cgil.
«Sono i lavoratori che stabiliscono a chi dare la rappresentatività. Se il ministro ha ritenuto di mettere in rete questi dati non ci trovo niente di straordinario; invece aspetto con impazienza che da parte sua esca una riga sulla riforma dei servizi pubblici e della contrattazione», ha commentato il segretario di Cisl Funzione Pubblica, Rino Tarelli aggiungendo che questa riforma «è una grande emergenza». Insomma, nessuna ostilità alla diffusione di questo nuovo elenco anche, se a detta di Tarelli, le priorità sarebbero altre.
È altrettanto vero, però, che al momento di razionalizzare la spesa per gli enti pubblici il sindacato potrebbe non essere altrettanto elastico. Ad esempio, enti che il decreto legge sulla manovra triennale intende sopprimere hanno rappresentanze sindacali.
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