E il Comune mette in regola il Leonka

Rivoluzione in via Watteau. È fissato per mercoledì o giovedì prossimi il primo incontro tra il Comune, i rappresentanti del Leoncavallo e i proprietari della cartiera occupata per avviare il processo di legalizzazione del centro sociale. Ad annunciarlo Daniele Farina, storico portavoce del centro e presidente della Fondazione «La città che vogliamo». Domani sarà l’ultimo volta che gli occupanti abusivi di via Watteau riceveranno il messo comunale con la notifica dell’avviso di sfratto. «Pisapia mantiene le promesse - l’esordio di Farina - si chiude un ciclo e se ne apre un altro». Il Comune, però, mette le mani avanti il coordinatore di Sel, avrà solo il ruolo di mediatore, di facilitatore di un processo. Come? Tra le proposte la traslazione di volumetrie - operazione fattibile a prescindere dal pgt (esiste il precedente di cascina Linterno): i diritti volumetrici dei Cabassi sull’area di Greco verrebbero concessi su un’altra area di proprietà. I vantaggi? Costo zero per Palazzo Marino, modifica della destinazione industriale di via Watteau che perderebbe di valore e consentirebbe agli autonomi di pagare un «affitto sociale», mentre i proprietari vedrebbero finalmente riconosciuto il proprio diritto a costruire. «Questa è una proposta, ma non è l’unica strada» precisa Farina.
Ancora presto per sapere chi siederà al tavolo delle trattative con gli autonomi, dipende dalle deleghe interessate. Tradotto: più di un assessore potrebbe venire coinvolto per le sue competenze, anche a seconda del taglio politico che si vuole dare. «Il sindaco sta facendo quello che tutti gli altri sindaci dall’88 hanno cercato di fare senza riuscirci- osserva la capogruppo Pd Carmela Rozza -. L’imperativo è che tutti rispettino le regole, anche il Leoncavallo. Ora aspettiamo di vedere le proposte che emergeranno a quel tavolo». «Il sindaco guarda con benevolenza all’incontro. La nostra speranza- continua Farina - e di fare questo regalo di Natale alla città».
Più che un regalo un pacco bomba per l’opposizione, già sul piede di guerra, nonostante gli inviti degli autonomi e di Sel a superare «pregiudiziali ideologiche, ormai anti storiche».Il primo a protestare è il vicepresidente del consiglio comunale Riccardo De Corato, vicesindaco all’epoca in cui Vittorio Sgarbi (2006) proponeva di fermare gli sgomberi e mettere in regola il centro sociale, «la Cappella Sistina della contemporaneità» per i suoi graffiti. «Contrasterò con ogni mezzo, in aula e nelle Commissioni il tentativo di regolarizzazione del Leonka - promette De Corato -: Un processo che costituirebbe un precedente che aprirebbe una strada pericolosa». Senza contare che «bisogna dimostrare quali sono i motivi di utilità pubblica per giustificare un’operazione urbanistica di questa portata». «Folle e vergognoso che il Comune convochi e aiuti chi semina e distribuisce droga con eventi pubblici» per il capogruppo della Lega Matteo Salvini. Inutile dire che gli autonomi contano di mantenere l’usanza della festa della semina e del raccolto (della canapa): «Milano è sempre stata all’avanguardia e deve tornare ad esserlo».


«Il problema del Leoncavallo lo risolvono con una speculazione immobiliare - commenta il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli -: la soluzione di questo problema è la cambiale che Pisapia sta pagando ai centri sociali e a Sel per le elezioni?». «Vogliamo capire - attacca Giulio Gallera, consigliere Pdl - se saranno date più volumetrie per avere in cambio l’area in regalo. Non facciamo regali ai Cabassi. Meglio affittare a prezzi di mercato».

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