da Roma
Il cordone di sicurezza finanziario approntato nei giorni scorsi dai governi e dalle banche centrali aveva previsto tutte le eventualità, tranne una: che nei mercati si accendesse un flash rosso, ricordando improvvisamente agli operatori che il mondo è in recessione. La finanza ha la memoria corta, anzi cortissima, ma è bastato un dato proveniente dagli Stati Uniti - landamento delle vendite al dettaglio sceso in settembre dell1,2%, il doppio del previsto - per accendere il segnale dallarme. «È linizio della fine per la crisi finanziaria, ma dopo di questo cè la recessione», dice un broker.
La «fase due» della crisi è rappresentata da una stagnazione in tutti i Paesi industriali. Il libro beige della Federal Reserve indica «economia in frenata in tutti gli Stati Uniti, e consumi in calo». Il ritorno alla normalità dei mercati finanziari, ricorda il presidente della Banca centrale americana, Ben Bernanke, «è un primo passo necessario, ma non sarà sufficiente a garantire la ripresa economica: anche se i mercati si stabilizzano, la ripresa non arriverà immediatamente dopo». Anche il cancelliere tedesco Angela Merkel e il suo finanzminister Peer Steinbrueck vedono «un periodo molto difficile per il 2009», intorno a crescita zero.
E se per gli Usa e gran parte dEuropa il brutto tempo è in arrivo, in Italia siamo già nel cuore della bassa pressione. Il Bollettino economico della Banca dItalia, reso noto ieri, non concede molte illusioni. Dopo il calo dello 0,3% del Pil nel trimestre aprile-giugno, durante i mesi estivi leconomia non ha dato segni di ripresa: gli indicatori più aggiornati segnalano un «sostanziale ristagno» del prodotto, con la produzione industriale in calo dell1,5% in settembre. Questo significa che la media del terzo trimestre vede una diminuzione di mezzo punto percentuale rispetto al periodo precedente. Causa prima del ristagno, il calo dei consumi, che si sono ridotti dello 0,3% nei primi sei mesi del 2008 rispetto a un anno prima. Il reddito disponibile delle famiglie (quello al netto delle tasse) è aumentato di uno modesto 0,5% a causa del caro-mutui e dellaumento dei prezzi, sebbene le retribuzioni siano cresciute del 4% nei primi sei mesi. Il pessimismo legato alla crisi finanziaria ha indotto le famiglie a aumentare la quota di risparmio, tagliando i consumi. Inoltre, le banche hanno ristretto il credito, e gli investimenti delle imprese si riducono, tanto che il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, incontrerà venerdì i vertici delle principali banche per chiedere garanzie di fornitura di credito. Solo linflazione è vista in miglioramento, verso il 2% entro il 2009.
Landamento depresso delleconomia globale è testimoniato dal costante ribasso del petrolio. Ieri il prezzo del barile è sceso a New York sotto i 75 dollari, mentre in luglio aveva raggiunto i 147 dollari al barile. E lOpec prevede che la domanda di greggio scenderà ancora nel 2009, a causa della recessione.