«E dicevano che era demagogia»

An chiede di accertare le responsabilità

Nessuna perplessità, nessuna manifestazione di stupore più o meno contenuta, solo la constatazione supina di un evento già scritto, che prima o poi si sarebbe verificato e che solo per fortuna non ha fatto male a nessuno. A sentire loro, i residenti della zona di piazza Bainsizza, il crollo nella rimessa Atac non è altro che il riflesso naturale della politica invasiva e inopportuna del Pup: «Quanto è successo - esordisce Rosita Torre, esponente del comitato di quartiere - è la riprova che i cittadini fanno bene ad aver paura di questi scavi. Il Piano urbano dei parcheggi rappresenta un vero affare per il Comune, ma non si rendono conto che questo Municipio è il meno adatto, lo stanno riducendo a un colabrodo». Sulla stessa linea anche Antonio Tiberti, del comitato via Oslavia: «L’episodio di oggi (ieri, ndr) è avvenuto a 50 metri da una struttura, quella di via Oslavia appunto, che stiamo contestando da sei anni e per la quale ora il tribunale dopo una serie di rinvii ha dato il via libera. Rimangono molte perplessità sull’operato del Campidoglio. Siamo davvero molto preoccupati». Non usa mezzi termini invece Roberto Vernarelli, ex presidente del municipio XVII: «L’annuncio trionfante della riapertura del cantiere di Via Oslavia (parcheggio interrato di tre piani), dell’ampliamento di quello di piazza Cavour (da 380 a 800 box auto), dell’avvio di un ennesimo scavo in Lungotevere Mellini (252 box auto - 2 piani interrati) evidenzia la complicità del Comune, dei costruttori e della neo-giunta di sinistra del Municipio, molto più propensi a promuovere la costruzione di box privati a scapito della realizzazione di parcheggi di scambio che, forse, hanno il solo difetto di essere meno interessanti per la speculazione affaristica».
Tutte compatte e dello stesso segno, insomma, le reazioni politiche dell’opposizione: «Sono anni - spiegano in una nota congiunta i consiglieri di An Luca Malcotti e Federico Guidi - che Alleanza Nazionale e i cittadini del quartiere, inascoltati, segnalano il rischio di crolli causati dai box previsti dal Pup. Purtroppo ora abbiamo avuto la definitiva conferma che questi allarmismi non erano dovuti alla demagogia e all’inutile preoccupazione dei rappresentati di An, come da sempre sostenuto dal Campidoglio. Chiediamo che siano accertate tutte le responsabilità del caso». E per Fabio De Lillo di Forza Italia, membro della presidenza del consiglio comunale, «non c’è stata una strage soltanto perché è domenica, ma il crollo del palazzo Atac di via Montenero è un fatto gravissimo: potevano esserci delle vittime. Da sempre diciamo che tutto può esser fatto, purché in maniera ragionevole: se fosse studiata per togliere le auto dalle strade la politica della sosta a Roma dovrebbe agire sui grandi numeri con grandi parcheggi nel centro delle piazze maggiori, progettati compatibilmente con le caratteristiche dei suoli e posti a distanza di sicurezza dalle fondamenta degli edifici. In questi anni invece si è data la precedenza ai parcheggi pertinenziali, scavati letteralmente sotto i piedi delle abitazioni e degli uffici col risultato di scatenare una serie di contenziosi che fanno perdere salute e denaro a residenti e commercianti e mandano in fumo gli investimenti dei costruttori». Al coro si unisce Luca Aubert, coordinatore azzurro nel XVII Municipio, che alla luce dell’accaduto propone una soluzione radicale: «Chiediamo - afferma - la sospensione immediata non solo dell’inizio dei lavori a via Oslavia, causa sposata dal presidente del XVII Municipio Antonella De Giusti e dalla sua giunta di centrosinistra, ma anche il blocco immediato di progetti analoghi in tutta Roma. Sono questi i risultati della politica della giunta Veltroni, asservita ai poteri forti della città senza sentire ragioni, in spregio del buon senso e di ogni tipo di concertazione».

Infine ancora per An i consiglieri Fabrizio Ghera e Antonino Gemmellaro invocano una verifica delle perizie tecniche: «Questo gravissimo episodio - spiegano - ci induce a condannare fermamente la leggerezza con cui vengono condotti gli studi di fattibilità. I cittadini di via Oslavia e dintorni non si sentono sicuri».

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