E il ds Petruccioli smentisce i ds «In Rai l’equilibrio è rispettato»

E il ds Petruccioli smentisce i ds «In Rai l’equilibrio è rispettato»

Laura Cesaretti

da Roma

Nella televisione pubblica c’è stata, anche negli ultimi mesi, una «sostanziale parità» di trattamento tra maggioranza e opposizione. A metterlo nero su bianco è stato il presidente della Rai, il diessino Claudio Petruccioli, nella relazione del 18 gennaio al Consiglio di amministrazione.
Certo, spiega Petruccioli, si tratta di un’analisi tutta numerica e «quantitativa» su presenze e tempi degli esponenti politici e degli schieramenti nei telegiornali e nelle trasmissioni extra-tg, di informazione e anche di intrattenimento. Un’analisi che dunque «non comprende in sé tutto il giudizio sulla qualità dell’informazione». E che però certifica, da settembre alla prima quindicina di gennaio, un sostanziale equilibrio tra centrodestra e centrosinistra, praticamente una «par condicio» già in essere. Almeno a stare alla brutalità delle cifre fornite al Cda Rai.
Telegiornali. Nel quadrimestre 1 settembre-31 dicembre, le presenze dei diversi soggetti politici sono suddivise tra governo (36,7%), maggioranza (14,5%), opposizione (32,4%). Nei soli tg del cosiddetto prime time, ossia la fascia serale di maggiore ascolto, il governo assomma il 34,7% dei tempi, la maggioranza il 15,1%, il centrosinistra il 35,1%. Nei primi quindici giorni di gennaio, invece, i dati parlano di un 30,3% al governo, 7,8% alla maggioranza, 30,5% all’opposizione.
Trasmissioni extra-Tg. Nei programmi di informazione di rete (tipo Porta a Porta o Ballarò), negli ultimi mesi del 2005 il governo viaggia a quota 28,8%, la Cdl al 16,7%, il centrosinistra al 45,9%. Nelle rubriche a cura delle testate giornalistiche (Tg3 Primo Piano, Dopo Tg1) il governo è presente per un 18,7%, la maggioranza per un 22,2% e il centrosinistra svetta al 50,3%. Per quanto riguarda le prime due settimane di gennaio, le proporzioni sono: 29,6% per il governo, 12,2% per la Cdl, 42,7% per l’opposizione nelle trasmissioni di rete. In quelle di testata: governo 34,2%, maggioranza 7,2%, centrosinistra 39,7%. C’è poi il caso delle trasmissioni di intrattenimento, che pure vedono la partecipazione di esponenti politici: 24,8% del governo, 12,3% della maggioranza, 43,4% del centrosinistra.
I protagonisti. Nelle trasmissioni che prevedono un confronto tra maggioranza e opposizione, sono stati coinvolti otto esponenti della maggioranza (Tremonti, Guzzanti, Consolo, Berlusconi, Santanchè, Castelli, Cicchitto, Giovanardi) e 8 dell’opposizione (D’Alema, Salvi Bertinotti, Bordon, De Benedetti, Rutelli, Bersani, Bonino). Ci sono poi le interviste singole, anche qui paritarie: sei della Cdl (Boniver, Berlusconi tre volte, Casellati, Alemanno) e sei del centrosinistra (D’Alema due volte, Mussi, Fassino, Prodi, Rutelli).
Petruccioli parla dunque di una «sostanziale parità» tra governo e opposizione, precisando che «è ovvio che in un sistema bipolare il confronto più intenso» è tra questi soggetti. «Alla maggioranza in senso stretto (esclusi gli esponenti di governo, ndr) restano di fatto solo gli interventi che concorrono alla composizione delle carrellate di pareri», caratteristica «non esaltante» dei nostrani tg.
Un’analisi che però non convince l’Unione: «Petruccioli ragiona su una logica puramente quantitativa - spiega il ds Fabrizio Morri - che non tiene conto della qualità e della completezza dell’informazione. È ovvio che col micidiale criterio del “panino“ usato nei tg si infila un Mastella o un Pecoraro per bilanciare il minutaggio ma la gente non capisce nulla». E poi mancano i dati degli ultimi quindici giorni: «Lì lo sbilanciamento è clamoroso, il rapporto di presenze di Berlusconi e Prodi è di 30 a 1».

È anche vero però che è stato il Professore a scegliere per ora la linea del «low profile», come spiegano nel suo staff, partecipando solo alle trasmissioni «dove è possibile dialogare e parlare di cose concrete». E lesinando le presenze in video.

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