An e Fi sfrattano Broglia dalla Casa: «Fuori dall’Udc»

Ultimo strappo in Regione Plinio e Morgillo: «I suoi colleghi neutralizzino il capogruppo» Adolfo: «Pensate ai vostri partiti»

An e Fi sfrattano  Broglia dalla Casa: «Fuori dall’Udc»

Paola Setti

Dicono che lui stia già cercando un altro banco di centro, l’hanno visto parlottare con l’assessore G.B. Pittaluga, e ipotizzano che proprio a Gente della Liguria stia puntando, anche perché tanto la Margherita non lo vuole. Come che sia, dopo un anno di mugugni e sfoghi, ieri An e Forza Italia hanno aperto ufficialmente il caso Fabio Broglia: «Qualcuno lo metta in condizioni di non nuocere o lo faremo noi» hanno scandito i capigruppo Gianni Plinio e Luigi Morgillo. Quel qualcuno, hanno esplicitato, dovranno essere «i suoi due nuovi colleghi di partito», e cioè Matteo Marcenaro e Nicola Abbundo, che solo da un paio di giorni hanno preso la tessera dell’Udc e che non fanno mistero che sia solo questione di tempo. Martedì prossimo, per dire, in consiglio regionale voteranno contro il piano di riordino della Sanità sul quale invece Broglia nella migliore delle ipotesi si asterrà e nella peggiore voterà a favore. E dal primo gennaio, quando sarà ufficialmente chiuso il tesseramento dell’Udc, potrebbero mettere Broglia in minoranza, due a uno, e destituirlo dall’incarico di capogruppo.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso ieri è arrivata proprio sulla Sanità. Alle dichiarazioni ferocemente contrarie al piano di riordino di An e Forza Italia ha fatto da contraltare la posizione fin troppo morbida di Broglia, che non solo s’è detto determinato a «continuare a proporre soluzioni concrete perché la sanità non è di destra né di sinistra e perché la nostra (pluralis maiestatis, ndr) opposizione ha già ottenuto importanti risultati con l’approvazione in commissione di diverse nostre proposte», ma ha criticato i colleghi di coaliziuone per «un’opposizione puramente provocatoria e contrappositoria che non dà risultati, visti i numeri di cui dispone la maggioranza», e persino alcune azioni della giunta di sandro Biasotti.
Apriti cielo. «Parla per te e non giudicare l’opposizione fatta da altri» s’è inviperito Morgillo, che più tardi ha parlato di «vergogna». «Sei un violinista di spalla della maggioranza, e un duplice traditore, dei tuoi elettori e della Casa delle Libertà» l’ha attaccato Plinio, che più tardi ha chiarito: «Anche l’Udc era nella giunta Biasotti. Allora delle due l’una: o Broglia s’è sbagliato in precedenza a stare in maggioranza, oppure adesso si deve trasferire in altri banchi. Di certo va neutralizzato».
Nel marasma generale, ieri in Regione è spuntato, e non a caso, Vittorio Adolfo, deputato e segretario ligure dell’Udc. Ha parlato con le new entry Marcenaro e Abbundo, e ha parlato con Broglia. La linea, ha scandito, dev’essere un’opposizione responsabile: ogni volta il gruppo dovrà verificare i provvedimenti, evitando sia di fare strumentalizzazioni, sia di fare da stampella alla maggioranza. Di certo, il gruppo dovrà votare in maniera compatta, come Adolfo ribadirà venerdì prossimo, quando riunirà tutti gli amministratori, gli eletti e i diriogenti. Quanto all’episodio di ieri, con il gruppo già spaccato, il segretario la mette così: «Al piano di riordino della sanità si è arrivati con posizioni già precostituite e conclamate, e certo oggi (ieri, ndr) nessuno poteva perdere la faccia, quindi io non mi scandalizzo se su questo provvedimento Abbundo e Marcenaro voteranno in modo diverso da Broglia. Di certo superato questo passaggio chiedo che che si trovi sempre un’identità di posizioni».
Adolfo ha risposto ringhiando agli alleati: «Punto primo, qui non si tratta di far fuori nessuno: Broglia fa parte del gruppo e del partito, quindi si comporterà di conseguenza.

Punto secondo, leviamoci dalla testa che il Morgillo di turno mi possa dire cosa devo fare al mattino, che pensi ai problemi di Forza Italia, e ricordi che l’Udc non è appiattito su Forza Italia, è e resta una cosa ben distinta». ma la partita è appena cominciata.

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