E la fiducia nel premier cresce del 15%

REAZIONE Secondo Piepoli il gradimento sale al 54% anche per effetto della campagna contro di lui

«Più arrivano attacchi, più il consenso aumenta». È questa la conclusione più significativa che si può trarre dal sondaggio effettuato lunedì scorso dall’istituto di ricerca di Nicola Piepoli e diffuso ieri da Affaritaliani.it. Già, perché i mesi di assalti mediatici, veleni, insinuazioni, presunti scandali tra escort e minorenni, non solo non hanno portato il Paese ad odiare Silvio Berlusconi, ma hanno persino spinto l’elettorato dalla sua parte.
Il sondaggio di Piepoli, realizzato su un campione di mille casi con metodologia Cati, rivela che la fiducia personale nei confronti del premier è cresciuta del 15% da inizio anno, con una particolare impennata nell’ultima settimana, in cui «si è balzati dal 52 al 53%», come spiega lo stesso esperto di rilevazioni. L’esecutivo da lui presieduto si attesta addirittura ad un punto in più: «Si tratta complessivamente di un buon governo - aggiunge Piepoli -, perché la media del consenso dei suoi componenti corrisponde esattamente alla fiducia dell’esecutivo: un fatto rarissimo».
Nel dettaglio, i suoi componenti più amati ed apprezzati sono quattro ministri tra loro diversi ma comunque percepiti positivamente per le loro peculiarità: «In primis Renato Brunetta, titolare della Pubblica amministrazione, è visto come il fustigatore. Poi c’è Franco Frattini, ministro degli Esteri, un aggregatore che non parla male di nessuno e attira amicizia». Così, se non sorprende il gradimento per il titolare delle Politiche agricole, il leghista Luca Zaia («È il realizzatore, uno che sta con i piedi per terra»), è controcorrente l’apprezzamento per Giulio Tremonti. Non che il ministro dell’Economia non sia rinomato per la sua esperienza, ma il ruolo in sé - fatalmente condito da tasse, balzelli e finanziarie fatte di cinghia tirata - attira facilmente le antipatie. Basti pensare a quanto era inviso agli italiani il suo predecessore Tommaso Padoa-Schioppa: «Invece Tremonti viene percepito come il guardiano del benessere, il San Pietro con le chiavi del paradiso». Appena dietro, il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.
Per quanto riguarda i partiti, invece, il Popolo della libertà si attesta sul 37% (con un calo di mezzo punto nell’ultima settimana, ma con un guadagno di quasi due se confrontato con i risultati delle Europee); stabili la Lega Nord al 10%, il Partito democratico al 27 (+1% rispetto alla tornata europea) e l’Udc al 6,5. Cresce di mezzo punto l’Mpa sulla scia della protesta sudista di Raffaele Lombardo (dall’1 all’1,5%), mentre perde mezzo punto l’Italia dei valori (ora al 7%). Fermi al 2,5% i due partiti della sinistra radicale, Sinistra e libertà e l’unione di Rifondazione e Comunisti italiani.

E il leader democratico Dario Franceschini come se la cava? «È disperatamente fermo al 26% - conclude Nicola Piepoli -, ma deve sorridere, perché era sceso anche al 24 e anche perché se paragonato al suo avversario alla segreteria Pierluigi Bersani, non sembra così spacciato: Bersani è leggermente più forte tra gli elettori del Pd, ma il divario non è grande».

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