Questa è la storia di un duello tra due ragazzi, ma è anche la storia di una guerra fra mondi, di una piccola-grande battaglia fra due «figli», il resoconto di una incredibile disfida catodica. La prima tra una iena e un sannita.
La storia inizia ieri mattina, a mezzogiorno. Davanti alla villa di Ceppaloni, ormai presidiata dalle parabole di Sky, si ferma la Clio nera della trasmissione di Italia Uno. A bordo ci sono Alessandro Sortino e una sua grintosa operatrice. Sono appena arrivati da Roma per consegnare un canestrino di arance alla «carcerata» Sandra Lonardo. Ma appena la retina di agrumi viene tirata giù dalla macchina, è adocchiata da Elio Mastella, il figlio che in questi giorni di emergenza è diventato «portavoce» della famiglia. «Ma tu sei il figlio di Mastella...?». Sortino non fa nemmeno in tempo ad apostrofare il ragazzo, che «Mastellino» azzanna, rivelando grinta mediatica tostissima: «Sì sono “il figlio del Boss!”. E allora?».
Per la belva di Italia uno si mette male. La retina di arance torna sulla Clio, Sortino prova ad abbassare i toni: «Veramente non ho detto nulla...». Mastellino è un fiume in piena: «No, te lo dico io chi sono... Sono un ingegnere, lavoro in Finmeccanica, prendo 1.800 euro al mese, contratto da metalmeccanico... Tu quanto guadagni?». Sortino resta interdetto. Pausa. «Questi sono fatti miei...». Mastellino è ancora più arrabbiato: «No, sono fatti miei, perché mia madre è arrestata, e noi siamo in tutto il mondo! Bene, allora spulciatemi...». Di nuovo affonda sulla Iena: «E tuo padre?». Sortino: «Io non dipendo da mio padre». Il figlio di Mastella: «Nemmeno io». Sortino: «Ma tu hai preso casa da un ente». E quello: «Non posso avere una casa?». La Iena vorrebbe ricordare la storia di Svendopoli, ma Elio di nuovo è incontenibile: «Che c’entra? Mia madre sta agli arresti domiciliari per non aver fatto nulla! Nulla!... E io sarei il figlio del boss? Non ci sto...». Sortino cambia ancora marcia: «Voi contestate l’idea del partito-famiglia?». Mastellino ribatte: «Guarda che io sono qui, ho fatto le statali, non ho studiato a New York...». E ripete della sua vita da dipendente, del suo stipendio, della sua normalità, infuriato con la Iena. Sortino prova a chiuderla: «Io non ho fatto domande...». Mastellino va in contropiede: «Voglio sapere quanto guadagni! A me fa paura...». Sortino ironico: «Cosa, quanto guadagno?». Mastellino: «No, quel che accade. E se tu lo dici qui, cosa fa tuo padre, fai una figura di merda. Che fa?». Attimo di silenzio. Poi Sortino parla: «Commissario dell’Authority per le telecomunicazioni». Mastellino ride. La Iena si fa ironica: «Te l’avrà raccontato una parente vostra che ci lavora, all’Authority». Mastellino, imperterrito: «Sì, ma tu per chi lavori?». Sortino: «... Per molti...». Il figlio di Mastella: «No, qui, ora, per chi lavori?». Sortino: «Per Mediaset». Il ragazzo sorride: «Ahhhh... E avrà qualcosa a che fare con le Tlc o no?». Sortino: «Sono Iena da dieci anni, mio padre da due, forse il lavoro l’ho trovato io a lui...». Mastellino: «Beh, tu hai 10mila contratti, io uno stipendio. E se quel che dici vale per me, vale anche per te».
Mastellino se ne va. Sortino si siede. Ma le arance tornano in campo quando esce di casa Mastella. Sortino: «Posso farle uno scherzo?». Lui, durissimo: «No!». Va a trovare lo zio, novantenne, ma non è in casa. Mastella si mette a cercarlo. Ad un tratto quello appare sul viale, col bastone. Tutti i giornalisti lo vedono, ma lui no, è cieco. Mastella gli va incontro, il vecchietto sbatte quasi sulla sua pancia. Gli mette le mani sul volto, lo riconosce, esplode in un pianto, stretto all’ex ministro: «Oh, Clemente...». Entrano in casa. Le arance finiscono dietro a un vaso. Ma quando Mastella esce, Sortino torna all’attacco. Lo incalza sul bilancio del Campanile, in affitto da una società di famiglia. Mastella minimizza: «La legge lo permette». Sortino torna alle famose arance. «Volevo farle uno scherzo...». Mastella si imbufalisce. Sortino: «L’altra volta mi avete regalato il caciocavallo, io vi regalo le arance». Anche l’ex ministro esplode: «A una che sta ai domiciliari? E tu a uno che sta per morire gli fai vedere una bara?». Se ne va anche lui, furente.
Questa è una storia che ne incrocia tante altre. La storia di una busta di arance.
Luca Telese
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