E alla fine la Guzzanti si trasformò in Veronica

In fondo hanno in comune lo stesso uomo. Perciò è normale che, a furia di bisticciare a distanza con Silvio Berlusconi, Sabina Guzzanti, abbia finito con l’assomigliare a Veronica Lario. Sindrome di Stoccolma no, ma sindrome di Macherio sì. Ora sono simili anche di labbra. E un po’ nel loro modo di prorompere. La Lario col suo fisico naturale o quasi, la Guzzanti con i suoi travestimenti da maggiorata: Valeria Marini, il presidente del Consiglio...
Martedì l’ex comica è andata a presentare il suo film Draquila, l’Italia che trema al Tg 3 Linea Notte (Raitre ore 24), «un’anteprimina» di ciò che oggi la pasionaria farà al Festival di Cannes, dove è presente fuori concorso. C’era da sobbalzare sul divano, o dovunque ci si trovasse mentre si seguiva l’approfondimento di Bianca Berlinguer e Maurizio Mannoni. È un meccanismo piuttosto diffuso tra due donne ossessionate dallo stesso maschio. Perché studi l’altra, invidi l’altra, ti immedesimi nell’altra. Cerchi insistentemente di capire come mai lei esista sempre, come mai lui non scelga te, come mai non si riesca a rimanere solo in due in una storia «d’amore». E finisci con l’assomigliare all’altra. Inevitabilmente. Sabina Lario, Veronica Guzzanti. Ma mai come ora è tanto evidente. Sabina e Veronica divise alla nascita, ricongiunte nelle intemperie. Protagoniste degli stessi esili dorati. Protagoniste degli stessi imperativi e degli stessi giudizi inclementi e incontrovertibili. Attratte e respinte, perché «Ar-core» non si comanda. Non si sa cosa avrebbero fatto se non lo avessero incontrato. Entrambe. Veronica con le sue lettere a Repubblica e all’associazione di Gianfranco Fini (lungimiranza politica invidiabile), Sabina con il suo «Draquila», amore al primo morso. E questa capacità, tutta loro, di far sparire le certezze di un Paese intero in un mulinello di dubbi. E di mettere lui, al centro del mulinello. Fanno anche ridere allo stesso modo, Sabina e Veronica: cioè poco. E se per ritrovare la Lario degli albori non si sa se si debba cercare più in Barbara o più in Eleonora, per ritrovare la Guzzanti che faceva ridere certamente bisogna cercare in Caterina, la più piccola della stirpe. Chissà se si conoscono o se si conosceranno mai, Sabina e Veronica. Forse il loro è uno dei tanti rapporti che funziona solo a distanza.

E se è vero che l’esigenza della prima è quella di essere sempre il più vicino possibile a dove sta Silvio, e l’esigenza della seconda è quella di dimenticare il più in fretta possibile, Veronica potrebbe vendere a Sabina Macherio. Con un prezzo da complici.

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