E alla fine la Quercia schiera anche Casson

Anna Maria Greco

da Roma

Tutto come anticipato dal Giornale. Felice Casson si candiderà nella lista veneta dei Ds, probabilmente per il Senato. Lui lo preferirebbe perché, dice, «più istituzionale». Il pm è stato collocato dal Csm fuori ruolo ma non ha mai abbandonato definitivamente la toga e, dopo essere stato sconfitto ad aprile da Massimo Cacciari nella competizione a sindaco di Venezia che ha lacerato il centrosinistra, è diventato consigliere comunale. Ora conferma: «Con i Ds, a livello di segreteria provinciale e regionale, stiamo costruendo un percorso per una mia candidatura nelle liste del partito. Che sarà probabilmente al Senato, anche se non è ancora deciso».
Il caso-Casson, come quello di Gerardo D’Ambrosio, ha un suo peso nelle polemiche sulle candidature di magistrati o di ex-magistrati. Nel gruppo schierato per l’Unione figura anche un togato della corrente di Unicost al Csm, Lanfranco Tenaglia (Margherita-Camera-Abruzzo) e il presidente del Tribunale di Roma Luigi Scotti (Ds-Senato-Campania). Quest’ultimo ha dichiarato: «Non mi sarei mai presentato a Roma, considero estremamente inopportuna una candidatura dove si è esercitata la funzione giurisdizionale».
Casson non la pensa così. Chiederà il voto proprio ai cittadini della circoscrizione dove per anni è stato magistrato, con inchieste di grande risalto come quella di Gladio e del Petrolchimico di Porto Marghera. Ma il Rubicone lui ritiene di averlo superato da tempo. «Da un anno - spiega - faccio attività politica a Venezia e ho sempre ribadito, al Csm e pubblicamente, che non è mia intenzione tornare a vestire la toga». Per Casson la candidatura nella Quercia, dopo il fallimento dei tentativi di rientrare nella lista di Prodi, rappresenta lo «sviluppo naturale» di un discorso partito con le comunali i Venezia e che «ha trovato una sintesi nel lavoro svolto con tutti i partiti dell'Unione».
Proprio per questo Casson avrebbe preferito un posticino tra i prodiani, senza mettersi sotto una specifica bandiera di partito. Ma non è andata così. «Sarebbe venuta naturale - spiega - una mia candidatura del tutto unitaria nel centrosinistra. La nuova legge elettorale, invece, ha provocato dei problemi che hanno richiesto degli adeguamenti». Ma, assicura, non c'è «alcun contrasto» in questa sua scelta con le altre forze del centrosinistra, Verdi e Rc in particolare. Mentre, precisa, «non si è mai parlato» di un posto offertogli dalla Margherita (il partito di Cacciari) a Montecitorio.
Cesare De Piccoli, segretario veneto della Quercia, conferma l'impegno dei Ds a trovare un posto in lista per Casson. Le trattative dovrebbero concludersi tra qualche giorno. «Casson era un ottimo candidato dell'Unione - dice - e con il collegio uninominale non c'erano problemi. Ma questo nuovo sistema elettorale un po’ barbaro, proporzionale e a liste bloccate, ci ha spiazzato».

I Ds hanno dovuto farsi carico di Casson, definito dal leader Piero Fassino a luglio «una risorsa per l’Unione». Una candidatura che deve dare un segnale di ricomposizione a sinistra, dopo la spaccatura in casa Ds per lo scontro con Cacciari.

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