Politica

E in Francia boom di «rotture» fra cinquantenni

da Parigi

Il divorzio, in Francia, non fa più paura: a venti come a sessant’anni. Sono sempre di più gli over cinquanta d’Oltralpe che decidono di divorziare e di iniziare una nuova vita. I senior francesi non ci pensano due volte e voltano pagina, levandosi la fede ancorata all’anulare ormai da quarant’anni. Ricominciano, punto e a capo. Nel 2004 si sono registrati 46mila divorzi fra persone di 50-60 anni, il doppio rispetto a dieci anni fa. Fra il 1995 e il 2005, il tasso di divorzi per le donne è aumentato del 28% e del 39% per gli uomini. «Il mio divorzio è un successo - dice Michel, di 70 anni, a Le Parisien - anche se mi è costato una fortuna. Mi ci sono voluti trent’anni per capire che quella donna non era veramente fatta per me». «È chiaro che questa fascia d’età, di solito in pensione, viene presa dal desiderio di una felicità individuale: quello che conta ormai è stare bene» ha spiegato l’andrologo Sylvain Mimoun. Un altro fattore è la partenza dei figli, che spesso lascia un vuoto incolmabile. «Si è obbligati a riconcentrarsi sull’altro - spiega Mimoun -. Gli uomini si lamentano di non essere più accolti dalle loro mogli: non hanno necessariamente voglia di lasciarle, ma si guardano attorno». Le donne a loro volta sono stanche della vecchia vita, di lavare i calzini del marito e «vogliono ritrovare la loro libertà, compresa quella di credere al principe azzurro». Ma perché chiudere con la vita coniugale dopo tanti anni? «È più facile fare questo passo quando si è esitato per tanto tempo» dice il sociologo Eric Donfu. Le procedure di divorzio sono state semplificate nel corso degli anni e il problema dell’affido dei figli, ormai adulti, non sussiste più.
I guai sono soprattutto finanziari. Come dividere il patrimonio comune? «Non è vendendo un appartamento di quattro stanze che si comprano due mini-appartamenti» dice Michel Milan, dell’Associazione divorziati di Francia. Rimangono poi anche i legami affettivi, che non sono finiti per tutti.

«I risentimenti sono spesso vecchi, profondi, l’abbattimento e il rancore a volte inimmaginabili» racconta il giudice Julien Ferrand: «Ma queste cause sono le più pesanti dal punto di vista umano».

Commenti