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E a Gaza riprendono gli omicidi mirati

Eliminato un capo della Jihad, arrestati 200 ricercati e due capi di Hamas, il cui leader ordina di cessare gli attacchi contro Israele

La «prima pioggia», nome in codice dell’operazione varata sabato notte dal premier Ariel Sharon e dal gabinetto di sicurezza, sta già cadendo. I primi a farne le spese sono stati Mohammed Khalid, un comandante della Jihad islamica, e un suo aiutante, inceneriti ieri sera a Gaza dal razzo lanciato da un elicottero che ha centrato la loro Mercedes e ferito altri quattro palestinesi. Ma la «prima pioggia» era già scattata all’alba, quando gli F-16 erano scesi in picchiata sulla Striscia distruggendo con bombe e razzi tre edifici considerati laboratori per la fabbricazione di mortai e missili Qassam. I cannoni piazzati ai margini della Striscia martellavano intanto un piazzale deserto. Per ora per calibrare il tiro, come dicono i generali, ma, afferma il ministro laburista Yitzhak Herzog, «potremmo anche usarli per bombardare Gaza». Israele finora non l’ha mai fatto per evitare stragi causate dalla loro imprecisione. Ma Sharon, dopo il lancio tra venerdì e sabato di 40 missili Qassam in territorio israeliano, ha dato ordine di usare tutti i mezzi.
In Cisgiordania esercito, polizia e forze di sicurezza hanno lavorato tutta la notte di sabato. I blindati hanno circondato Ramallah, Jenin, Nablus, Betlemme, Hebron, Tulkarem e Qalkilya, e i militari hanno catturato oltre 200 ricercati. Altri potrebbero seguirli. Per intanto sono finiti in gabbia Hassan Yousef e Mohammed Ghazal, due dei più importanti leader di Hamas nei territori. Insomma tutto come prima del cessate il fuoco concordato da Hamas con il presidente palestinese Mahmoud Abbas lo scorso febbraio, e come prima del ritiro da Gaza. Un primo effetto dell’operazione «prima pioggia» - messa a punto durante la riunione del gabinetto di sicurezza convocato da Sharon sabato notte - si è già avuto. Un leader di Hamas ha annunciato che non saranno più lanciati razzi Qassam né effettuati attacchi contro Israele. La jihad, invece, ha fatto sapere che non rispetterà più la tregua.
«Ho ordinato di non porre limiti all’utilizzo di tutti i mezzi per colpire i terroristi, i loro equipaggiamenti e i loro nascondigli… Ho spiegato che è un ordine indiscutibile», ha tuonato ieri mattina Sharon durante la riunione del Consiglio dei ministri. E il generale Yisrael Ziv, capo delle operazioni militari, ha accennato alla possibilità di riprendere l’eliminazione dei capi di Hamas. Ora il rischio è che Hamas replichi con un attentato suicida, innescando una spirale di violenza senza fine.

«Tutte le opzioni sono aperte - ha detto ieri il portavoce fondamentalista Mushir al-Masri - compresa quella di colpire all’interno dell’entità sionista per farla pentire di essersi scelta Hamas come nemico».

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