E i rapitori fanno salotto sugli schermi di Al Jazeera

In una trasmissione senza precedenti i capi miliziani mostrano covi segreti, laboratori della morte e scuole del terrore

da Tel Aviv

«Da lei non prendo ordini. Posso comunque vagliare la sua richiesta...». Questa, secondo la stampa araba, la fredda risposta che due settimane fa Ahmed Jaabari (Abu Ahmed), uno dei dirigenti delle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, ha dato al premier palestinese Ismail Haniyeh che lo aveva convocato nel proprio ufficio per fargli presente che i lanci di razzi Qassam verso Israele erano inopportuni e dovevano cessare. Dopo l'incontro i lanci non sono cessati. Non solo: hanno anche rapito il soldato israeliano. E per Israele, Haniyeh e Abu Mazen non ne sapevano nulla.
Ora il prestigio del braccio armato di Hamas è più alto che mai e sono molti in Palestina a sperare che l'exploit possa servire a liberare i prigionieri detenuti nelle carceri israeliane. In queste condizioni, sono le Brigate Ezzedin al-Qassam a mantenere l'iniziativa. Il presidente Abu Mazen e il premier Ismail Haniyeh sono stati costretti ad abbassare la testa e ad auspicare anch'essi uno scambio di prigionieri. Ossia ad approvare a posteriori l'iniziativa delle Brigate.
Per una circostanza fortuita poi, alcuni dirigenti del braccio armato di Hamas sono usciti da anni di clandestinità per comparire negli schermi di al-Jazeera. Il programma «Ospitando il fucile» era stato registrato da tempo. Ma andando in onda adesso, ha contribuito ad accrescere il mito intorno ai combattenti islamici.
Il capo del braccio armato di Hamas, Mohammed Deif, sopravvissuto per miracolo a due tentativi israeliani di eliminarlo, è apparso col volto coperto, ma in buone condizioni fisiche. «Ha anche recuperato l'uso delle braccia» ha commentato sorpreso qualcuno a Tel Aviv che aveva ragione di pensare che fosse in condizioni menomate. Un suo compagno, pure ricercato da Israele, si è fatto riprendere senza kefiah con due figlioletti, in una strada di Gaza.
Nella trasmissione, senza precedenti nel suo genere, i dirigenti delle Brigate Ezzedin al-Qassam hanno spiegato che ormai si sono trasformati in una formazione militare disciplinata e ben organizzata, suddivisa in unità gerarchiche capaci di coordinamento tattico. Le telecamere di al-Jazeera sono state ammesse nei laboratori dove si confezionano i razzi Qassam e le bombe a mano, nei tunnel scavati nelle zone di confine, e anche nelle aule di una specie di accademia militare. La selezione dei nuovi membri, è stato spiegato, avviene non solo sulla base di una idoneità fisica, ma anche ideologica e morale. La biografia dei candidati viene attentamente studiata, per impedire infiltrazioni. Al-Jazeera ha ripreso anche la moderna sala stampa delle Brigate al-Qassam, incaricata di inoltrare alla popolazione le informazioni che giungono dalle zone di combattimento.
Il numero dei miliziani comunque non è stato fornito.

Alcuni mesi fa lo stesso Hamas ha comunque fornito i nomi del proprio stato maggiore: il capo Mohammed Deif è coadiuvato da alcuni comandanti regionali: Ahmed Jaabari per la zona centrale di Gaza, Ahmed Ghandur della zona Nord, Mohammed al-Sanuar dell'area di Khan Yunes. Ora per Israele sono loro i nemici pubblici numero uno.

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