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E per i sindacati arriva un regalo

Cgil e Cisl minacciano proteste e Palazzo Chigi fa retromarcia: rispuntano 100 milioni per l’integrativo dei dipendenti pubblici

da Roma

A proposito di concertazione a senso unico: nella versione definitiva della manovrina-bis sono scomparsi, non tanto misteriosamente, i tagli dei fondi per i contratti integrativi del pubblico impiego. È bastato che i segretari di Cgil e Cisl, Guglielmo Epifani e Raffaele Bonanni, accennassero a una protesta anti-governativa e subito palazzo Chigi ha promesso di accantonare uno dei pochissimi tagli della manovra (poco) correttiva dei conti pubblici. Un centinaio di milioni di euro resta dunque a disposizione degli integrativi. «Abbiamo avuto assicurazioni in proposito», conferma Carlo Podda, segretario della Cgil Pubblico impiego.
Decisionista con tassisti e panificatori, il governo innesta dunque una immediata retromarcia di fronte a un’alzata di sopracciglio di Cgil, Cisl e Uil. Comunque, il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa può dormire sonni abbastanza tranquilli: l’autotassazione di giugno avrebbe fatto il pieno, con un incremento di versamenti dell’8% rispetto al 2005. Si parla di 7 miliardi di euro di maggiori entrate fiscali rispetto alle ultime previsioni della Trimestrale di cassa presentata in primavera dall’allora ministro Giulio Tremonti: giusto quel mezzo punto di Pil necessario a rimettere in carreggiata i conti e a rifinanziare i cantieri di Anas e Fs. Le entrate vanno bene sin dall’inizio dell’anno, i meccanismi blocca-spese stanno funzionando, e il deficit tendenziale è di molto inferiore alle catastrofiche previsioni dell’Unione. Padoa-Schioppa lo sa bene, e può dunque accettare senza eccessivi dispiaceri il misero intervento sulle spese concessogli dai sindacati e dai colleghi di governo.
Il ministro dell’Economia si prepara a varare in settimana - con tutta probabilità venerdì prossimo, 7 luglio - il Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef). Trattandosi di un documento di indirizzo, Padoa-Schioppa potrà inserirvi quella che gli anglosassoni chiamano la wish list, cioè l’elenco dei desideri, anche quelli di difficile realizzazione. Non è escluso che il governo riconvochi a palazzo Chigi sindacati e imprenditori per presentare loro il documento, e confermare la promessa di un taglio di 5 punti del cuneo fiscale nel 2007. Nei giorni successivi, lunedì e martedì della prossima settimana, il ministro dell’Economia illustrerà alle riunioni Eurogruppo ed Ecofin sia la manovra-bis che le linee guida del Dpef. Non manca qualche curiosità su come il commissario Joaquin Almunia, dopo aver ascoltato con preoccupazione gli allarmi sullo stato dei conti pubblici italiani, accoglierà una manovrina che sui conti 2006 vale, per ammissione esplicita di Padoa-Schioppa, un solo decimale di Pil.
In attesa del Dpef, è il superviceministro delle Finanze Vincenzo Visco, autore del pacchetto fiscale anti-evasione, ad avere in mano la palla. Il maggior gettito che sarà recuperato grazie alla lotta contro gli evasori, spiega Visco, potrà consentire in futuro un taglio delle tasse. «Penso non solo all’Irpef per i redditi bassi e per i ceti medi - precisa - ma anche all’Iva. Man mano che la lotta all’elusione e all’evasione produrrà effetti sul gettito, potrà consentirci una riduzione delle imposte dirette e indirette».

La riforma radicale del catasto, aggiunge Visco, potrebbe consentire anche un calo delle aliquote dell’Ici. Per quanto riguarda il ripristino della tassa di successione e il riordino dell’imposizione sulle rendite finanziarie, il viceministro delle Finanze non si sbilancia: «Il governo ne discuterà collegialmente».

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