E i tifosi urlano: «Buffoni»

Marcello Di Dio

nostro inviato a Siena

Bastano sette minuti e mezzo alla Juventus per scacciare gli incubi rossoneri, interrompere una serie di 43 giorni senza vittorie e cancellare i nervosismi della settimana. Ma anche per fare infuriare i tifosi senesi che offendono i calciatori in campo («buffoni, buffoni», è il coro ricorrente), ritirano lo striscione in curva dopo soli trenta minuti e contestano pesantemente dopo la partita il presidente De Luca e l’allenatore De Canio, che annuncia il suo divorzio dal club a fine stagione («ho allenato in piazze anche più calorose, ma solamente qui mi hanno messo le mani addosso», la triste constatazione del tecnico).

Il patron lascia lo stadio un paio d’ore dopo il match scortato dalla Digos mentre piovono sputi, Chiesa e Portanova sono gli unici calciatori che escono a parlare con i tifosi, che sfogano la rabbia (sotto accusa i risultati mediocri rispetto al monte ingaggi altissimo, il settimo della serie A, ndr.). Tutto ciò nonostante la salvezza raggiunta con 180 minuti di anticipo. Ma il disonore di perdere senza mordente è più forte del traguardo raggiunto.
L’incontro definito (...)

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