E intanto Claudio fa l’assessore a tutto

L’Ufficio elettorale della Corte d’Appello ha nominato ufficialmente Claudio Burlando nuovo presidente della Regione. La lettera con l’atto di proclamazione è giunto ieri mattina al presidente del consiglio regionale uscente, Giacomo Ronzitti, ma si riferisce solo al leader della futura giunta. Manca infatti ancora l’ufficializzazione dei nomi di consiglieri eletti con le preferenze. Con Burlando, insomma, sono stati nominati soltanto i sette candidati inseriti nel suo listino. L’atto è arrivato al termine di un primo controllo dei voti effettuato nei giorni scorsi in un padiglione della Fiera del Mare. Controllo che non ha riguardato le singole schede, ma solo la correttezza dei verbali e dei fonogrammi giunti dalle sezioni di scrutinio. Questo perché ogni eventuale verifica più approfondita potrà essere disposta solo dal Tar a seguito di ricorsi di singoli candidati, che in alcuni casi si stanno già mobilitando per chiedere accertamenti.
L’effetto pratico della nomina di Claudio Burlando e non di altri 32 consiglieri di maggioranza e opposizione (sulla cui elezione non dovrebbero esserci però in sede di Corte d’Appello clamorose sorprese, a meno di errori gravi e marchiani addirittura nei verbali) è quello che il nero presidente ha da ieri pieni poteri. Può iniziare la sua attività di governo senza limitarsi all’ordinaria amministrazione. Non potendo però ancora nominare gli assessori, perché occorre il voto del nuovo consiglio regionale, Burando in questi giorni dovrà tenere per sé tutte le deleghe. Cioè agirà come se ogni decisione fosse solo sua, in ogni settore. Una circostanza che certo non si discosta di molto da quella che è la norma, anche in presenza di una giunta completa. Burlando ha infatti sempre governato secondo la sua personale linea, spesso intervenendo a correggere e a volte addirittura a cancellare le scelte fatte dai suoi assessori. Nella scorsa legislatura, clamorose marce indietro erano state fatte soprattutto in tema di turismo, edilizia, agricoltura.


Tra le conseguenze del voto ci sono intanto da registrare le dimissioni di Paolo Scarabelli, da segretario provinciale di rifondazione. La decisione potrebbe essere legata al pesante insuccesso elettorale di Marco Nesci, da lui sostenuto.

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