Roberta Pasero
da Milano
Per un anno si sono insinuati nei tabù degli italiani. Si sono immedesimati nelle loro ansie, fingendo di avere problemi di sesso. Hanno lanciato sos virtuali per ottenere risposte che potessero aiutarli a risolvere i turbamenti, le incertezze, le paure legate alla propria intimità. Poi i dieci antropologi-investigatori hanno scandagliato conversazioni, considerazioni, suggerimenti, in tutto 22.236 messaggi apparsi nel mese di marzo su venti forum e blog di internet dove si dibattevano i temi, anche i più scottanti e i più intimi, legati alla sfera sessuale e hanno raccolto i risultati nella ricerca «Antropologia della sessualità in rete».
«Volevamo capire come il web sia diventato ormai per milioni di italiani una second life intima, una vita segreta che consente, dietro lassoluto anonimato o il cosiddetto nickname (psuedonimo), di risolvere i problemi legati alla sfera sessuale, superando la vergogna di svelare aspetti molto privati della propria esistenza che non si troverebbe mai il coraggio di raccontare ad altri», spiega lantropologa Cristina Cenci, che ha coordinato la ricerca realizzata da Eikon e promossa dallOsservatorio della Sessualità di Pfizer Italia. «Per farlo il nostro gruppo di studiosi ha tentato tante strade. Prima ci siamo dichiarati apertamente ai frequentatori dei forum, spiegando che volevamo realizzare una ricerca su di loro, ma il desiderio di sfuggire alle molestie di unindagine sociologica li ha portati a non risponderci, a tacere. Allora abbiamo deciso di partecipare in prima persona per avere, usando una metafora cinematografica, una soggettiva, cioè uninquadratura che ci consentisse di vedere i forum legati al sesso con gli occhi di chi li frequenta».
Cè chi si è creato unidentità sessuale del tutto differente dalla propria domandando aiuto sui comuni problemi della vita di coppia, dai baci più eccitanti ai metodi di contraccezione, e chi si è mascherato dietro una vita affettiva complicata, esternando il desiderio di tradire il partner o di vivere fantasie mai sperate. Come lantropologo Matteo Borsacchi, che si è infiltrato nei forum con il nickname di Sanmatteo: «Mi sono finto esperto di marketing mostrando, per acquistare fiducia, di avere una mentalità molto aperta in fatto di sesso, cosa che in realtà non ho e ho persino pubblicato la mia foto per essere ancora più credibile. E ho preso e distribuito consigli sulle parole giuste da usare durante i rapporti sessuali dibattendo anche a lungo su dimensioni e piacere».
«Il forum è una sorta di comunità terapeutica dove poter parlare liberamente, senza censure, di tutto quanto non si avrebbe mai il coraggio di confessare nemmeno ad un amico o ad uno specialista», spiega lantropologa. «Prendiamo, per esempio, il Viagra citato 89 volte nel mese che abbiamo preso in esame, lunico nome di farmaco che appare nei forum in misura rilevante, e che è legato a un tema che provoca ancora molta vergogna. A chi, mettendo in piazza e facendo confessare il proprio io virtuale, vuole sapere se e come usarlo, i partecipanti al forum spiegano che non va utilizzato come potenziatore di prestazione ma solo in caso di effettivo disagio, consigliano quando è il caso di rivolgersi ad uno specialista, orientano e sostengono in unarea di intimità particolarmente imbarazzante, facendosi garanti delluso legittimo del prodotto in sostituzione del medico, con tutti i rischi che ciò può provocare».
Internet, dunque, non è più soltanto il Grande Fratello, ma si trasforma per chi lo vuole nel Grande Psicologo o, meglio, nel Grande Sessuologo. Che si nasconde dietro identità velate da pseudonimi, dietro volti soltanto immaginati che condividono le stesse ansie, gli stessi timori di non riuscire ad avere una relazione stabile o di essere allaltezza delle aspettative del partner. «Si può dire che il web è diventato ormai il Grande Terapeuta, un esperto considerato valido scientificamente. Una sorta di sciamano che cura e consola con la parola usando un lessico quasi sempre paramedico e che può dispensare consigli anche per anni, fino a quando cè uno spettatore pronto a domandare ed uno ad ottenere risposte», illustra la dottoressa Cenci. Niente a che vedere con le chat, dove il rapporto che si crea è rigorosamente a due e spesso sfocia in qualcosa che sfugge di mano e porta a conversare in «stanze» virtuali con un linguaggio più intimo, simile a quello tra amanti veri o potenziali. Comè capitato allantropologa Alessandra Cisternino che, per osservare i comportamenti di chi decide di trascorrere ore conversando in un tête-à-tête virtuale ha finto di essere anche un uomo e una lesbica: «Chi sceglie la chat non ha nessuna intenzione di risolvere i problemi propri, anzi si vuole presentare al meglio facendo finta di entrare in grande confidenza con il partner, creando unintimità molte volte pericolosa che sfocia in appuntamenti al buio e raramente in relazioni durature», spiega lantropologa, che per due volte ha deciso di abbandonare la chat, una volta irritata dalle insistenze dellinterlocutore internauta, laltra perché capendo che per luomo caduto nella rete la storia si stava trasformando in qualcosa di più di unamicizia, al momento di decidere un incontro ha preferito dissolversi nel web presa da sensi di colpa perché lo stava sfruttando a scopi scientifici.
Ma di cosa si parla in questi confessionali virtuali che sono i forum di internet? «Ogni aspetto della sessualità umana viene scandagliato ma sono sei in particolare i temi sui quali si domandano consigli», spiega la dottoressa Cenci. «Il 48% discute di questioni legate alla sessualità fisica e corporea, il 23% vuole risolvere problemi di sentimenti e relazioni, il 10% confessa disagi emotivi e difficoltà di relazione e l8% vuole consigli per trovare una soluzione a patologie o malattie sessuali e riproduttive. Per i maschi i temi più scottanti da affrontare sono erezione e dimensioni dellorgano sessuale, per le donne il chiodo fisso sono gli uomini, da dibattere in ogni possibile accezione. Ma ciò che più colpisce è il linguaggio utilizzato per parlare anche dei temi più intimi che non sfocia mai nella pornografia: quando uno dei nostri ricercatori che si è inserito nei forum ha cominciato ad utilizzare in modo sistematico espressioni volgari è stato accusato di essere blasfemo e minacciato di espulsione.
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