E da Kakà un’altra accusa: «Prendiamo troppe botte»

da Milano

Aveva suonato il campanello d’allarme quest’estate. Aveva timidamente provato a ribadirlo a gennaio: «Subiamo troppi falli, gli arbitri tutelino i calciatori». Ed ora Kakà si trova di nuovo alle prese con il gioco violento. L’intervento di Guana dopo poco più di un minuto di Milan-Palermo ha lasciato il segno sul Pallone d’Oro, costretto a giocare sottotono per un tempo, per poi lasciare il campo e lo stadio con il ghiaccio sul ginocchio. E ancora ieri Kakà è tornato sull’argomento: «A me non piace parlare di arbitri, ma qualcosa si deve fare perché prendo tante botte. Non solo io, ma tutti gli attaccanti». Uno sfogo dettato dal dolore: «Il ginocchio mi fa molto male - ha ammesso -. Contro il Catania non ci sarò sicuramente, spero di farcela per l’Arsenal».
Neppure il tempo di preoccuparsi, che i tifosi milanisti hanno tirato un sospiro di sollievo. Come comunicato dal sito rossonero, infatti, «la risonanza magnetica ha dato esito negativo, si è trattato solo di una forte contusione».

Il riposo dovrebbe dunque essere sufficiente, come spiegato anche da Ancelotti: «L’infiammazione al tendine si è riacutizzata per il colpo rimediato, ma la sostituzione è avvenuta solo a scopo precauzionale». E a scopo precauzionale anche gli arbitri dovrebbero punire più severamente il gioco violento. Per non trovarsi poi a fare i conti con gambe spezzate, come in Inghilterra.

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