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E l’ambulanza di Sete va contro un pullman

da Barcellona

Quando due piloti si toccano in pieno rettilineo, è sempre qualcosa di brutto. Se poi il contatto avviene poco dopo la partenza, quando il nastro di asfalto è interamente occupato da diciannove moto, allora si pensa immediatamente al peggio. Il contatto a 195 km/h tra le due Ducati di Loris Capirossi e Sete Gibernau, che ha poi coinvolto altri quattro piloti - Marco Melandri, Daniel Pedrosa, John Hopkins e Randy De Puniet -, è stato terribile e vedere a terra, completamente immobili, Capirossi e Melandri, ha terrorizzato tutti quanti e sul paddock del Montmelò è calata la paura. «Quando ho visto Loris e Marco cadere in quel modo - racconta il manager di Capirossi Carlo Pernat, ancora scosso a parecchie ore dall'incidente - temi veramente il peggio. Quando vedi due piloti fermi così nella sabbia, pensi a qualcosa di gravissimo. Sono corso in Clinica mobile e finché non ho visto scendere Loris dall'ambulanza, con il volto cadaverico, ho provato le sensazioni più cattive. È stato il peggior spavento della mia vita».
A fianco di Pernat, la moglie di Loris, Ingrid, piangeva disperata in preda a una crisi isterica e quando l'ambulanza che lo trasportava è arrivata in prossimità dell'ospedale, Ingrid ha istintivamente girato la testa dall'altra parte per non vedere. Poi, fortunatamente, Capirossi si è alzato e le lacrime di sconforto si sono trasformate in lacrime di gioia. Anche al team Gresini l'atmosfera era tesissima. Troppo cruente le immagini di Melandri a terra, ancora troppo fresco il ricordo del povero Kato, che quando perse la vita nel 2003 in Giappone correva proprio per il team italiano. Fabrizio Cecchini, oggi capo meccanico di Melandri, allora del giapponese, è rimasto impietrito al box. «Inutile nasconderlo - tira un sospiro il team manager Fausto Gresini -, ho temuto il peggio. Marco ha avuto davvero una gran fortuna. Quando vieni coinvolto in un incidente senza colpe, psicologicamente è la situazione peggiore. Ma adesso l'importante è che Marco stia relativamente bene».
In un momento di tensione e paura generale, solo le parole del dottor Claudio Costa hanno dato sollievo e speranza ai milioni di italiani sintonizzati su Italia 1 e agli addetti ai lavori nel paddock. Costa, come sempre, è riuscito a dare un quadro sufficientemente preciso della situazione ancora prima di poter esaminare attentamente i piloti coinvolti, aggiornando poi praticamente in tempo reale sulla situazione degli sfortunati protagonisti. Nel dramma generale, fa perfino sorridere quanto è poi capitato a Gibernau: l'ambulanza che lo trasportava all'ospedale si è scontrata con un pullman, Sete è caduto dalla lettiga, proprio sulla spalla sinistra, precedentemente fratturata.

Per fortuna, adesso si può quasi sorridere, pensando a quanto sia stato iellato lo spagnolo, ma l’atmosfera che aleggiava sul paddock era davvero terribile. Basti pensare che quando Costa ha rivisto le foto di Melandri, con il collo tutto storto e il braccio incastrato nella moto di Pedrosa, non ha potuto fare a meno di esclamare: «Melandri è scampato alla morte».

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