E' l'inizio di un rimbalzo? Occhi puntati su Borse USA e Italia

Ieri sera Wall Street si è comportata esattamente come avevamo previsto. Il primo passo è stato fatto. Ora però vediamo se il mercato ha la forza necessaria per allungare

Dopo il pessimo andamento borsistico della scorsa settimana, con un vero e proprio crollo venerdì scorso, e dopo che questo andamento ha proseguito lunedì, ieri il nostro indice ha finito sostanzialmente in parità, mentre ieri sera gli indici USA hanno avuto un brillante rialzo di oltre il 3%. Il Dow Jones chiudeva a quota 7,350.94 con un rialzo di 236.16 punti (+ 3.32%), il Nasdaq a quota 1,441.83 (+ 54.11 punti pari ad un +3.90%) e l'S&P500 a 773.14, in rialzo di 29.81 (+ 4.01%).

Ma da cosa è scaturito questo rialzo così netto?

La chiave sembra essere stata, a livello grafico, in quello che molti considerano il vero indice da seguire, l'S&P500, che ha rimbalzato esattamente nei pressi dei minimi intraday di novembre. Il minimo di ieri è stato 744.69, mentre il minimo di novembre era 741.02.

Questo disegna una figura abbastanza nota ed importante nell'analisi tecnica dei corsi azionari, chiamata "doppio minimo".

Il motivo macro per cui ieri c'è stato il rimbalzo si dice sia stato il commento di Bernanke sui mercati; personalmente lo ritengo poco probabile, ritengo invece che il rimbalzo sia scaturito da una negatività veramente elevata che ormai prevedeva come scenario la nazionalizzazione sistemica del settore finanziario, una crisi simile ad una depressione ed un crollo del sistema finanziario cosi come lo conosciamo. Per un approfondimento suggerisco la lettura degli articoli  Prospettive borse: o la va o la spacca e A che ora è la fine del mondo. E dal momento che gli indici azionari spesso disegnano delle figure di analisi tecnica, ecco che ieri abbiamo avuto quello che potrebbe essere l'inizio di un periodo di ripresa sui mercati azionari.

 

Mercato italiano 

I mercati nostrani questa mattina hanno aperto in "gap" di circa 350 punti (ovvero in deciso rialzo rispetto alla chiusura di ieri), per poi scendere leggermente. Intorno a mezzogiorno l'indice S&PMib stava viaggiando intorno a quota 15.650. Seguvamo insomma l'andamento degli USA, che detta in fondo l'andamento borsistico di tutte le piazze europee. Tutti al rialzo infatti gli altri indici, da quello parigino, a quello tedesco ed inglese.
Ora, in conseguenza dell'apertura negativa di Wall Street i nostri indici stanno virando velocemente al ribasso. Vedremo a fine serata se l'apertura negativa dell'America è dovuta solamente a delle prese di beneficio.

Tra i titoli che suggeriamo di monitorare c'è sicuramente Fiat, che ieri ha anch'esso disegnato una figura di doppio minimo da manuale, il che dovrebbe portare ad un continuazione del rimbalzo almeno di breve periodo, USA permettendo!
L'indicatore RSI (un importante indicatore che fa da termometro) si è girato al rialzo e dopo "essersi scaricato" nei giorni passati (all'interno dell'area di Ipervenduto) ora è pronto a ripartire. Operatività long su Fiat: per chi vuole entrare long occorre farlo sopra i 3,70, ed alla sua tenuta con primo obiettivo a 3.80 €, obiettivo II a quota 4,11 €, obiettivo III a 4,21, obiettivo IV a 4,35, ed infine obiettivo IV a quota 4,63.

 

Il tema del momento: CRISI BANCHE: NAZIONALIZZARE E NON SOLO…

fusione-citigroup-morgan-stanley.jpgBad bank, assicurazione a garanzia pubblica, sidecar di Soros, nazionalizzazione o soluzione Caballero.

Ormai è il tormentone del momento. E i motivi sono più che plausibili, visto che emergenza sul settore bancario è assoluta. Tutti cercano di trovare soluzioni alla crisi del sistema bancario. Ognuno dice la sua, ma nessuno, ovviamente ha la certezza di avere tra le mani la panacea contro tutti i mali finanziari. Le soluzioni inventate ed ipotizzate sono le più strane e complesse. Si farebbe di tutto per risolvere o quantomeno tamponare la crisi in cui le banche si sono ritrovate. Tra le varie soluzioni troviamo anche l’ipotesi della nazionalizzazione delle banche più esposte alla crisi. Un’ipotesi che per certi versi comporterebbe uno scenario negativo per le società quotate. Questo a rigor di logica. Ma…siamo sicuri che in questo mercato dove tutto è fuorchè logico, la nazionalizzazione porti distruzione di valore anziché costruzione di certezze?

 

Parlo di costruzione di certezze in quanto quello che più manca ai mercati finanziari in questo momento è sicuramente la fiducia, ma non solo. I mercati hanno bisogno, appunto di appigli solidi, di validi elementi per far capire dove si va a parare e dove si spera di arrivare. Senza questi appigli i mercati finanziari non possono che affondare. Certo, questo ragionamento è legato soprattutto al settore finanziario. Ma è inutile nasconderlo: se non riparte la finanza, non riparte l’economia. Basta leggere tra le righe di quanto ha detto recentemente Trichet a Bruxelles.Le banche devono riaprire i rubinetti. Ma per riaprire i rubinetti del credito devono mettersi a posto e poter avere loro stesse delle certezze.

Elenchiamo rapidamente queste soluzioni:

 

Bad bank

Con la bad bank si andrebbe a creare un contenitore dove andare a sistemare le attività illiquide, i famosi titoli tossici. E il contenitore sarebbe finanziato da banche e private equity. Ma… a quale prezzo?

 

Sidecar di Soros

Soluzione simile alla precedente ma in questo caso i titoli vengono lasciati alla banca la quale li mette in un contenitore “laterale”, proprio come un sidecar. Così faacendo il bilancio delle bacnhe tornerebbe leggibile e valutabile, senz l’incombenza della valutazione dei ttioli tossici.

 

Assicurazioni a garanzia pubblica

In questo caso i titoli tossici restano direttamente nei bilanci delle banche, però ne viene assicurato dallo stesso Stato il rimborso. . Anche qui l’incombenza valutazione assets e rischi sostenuti dallo Stato stesso non sono cose da poco.

 

Caballero solution

Si decide di dare ai titoli tossici una stima convenzionale, in modo tale da renderli “ valutabili”. La ritengo poco credibile.

 

Nazionalizzazione

In questo caso, lo Stato nentra direttamente nel capitale delle banche con una quota azionaria ordinaria (contro invece il possesso attuale di azioni privilegiate di diversi istituti) dando così la possibilità alle banche di poter disporre di nuova liquidità ma di passare praticamente di dominio pubblico.Vedi il recentissimo caso di Citigroup, ad un passo dalla nazionalizzazione. Ma quali sono gli effetti di un’eventuale nazionalizzazione?

 

Nazionalizzare significa dare maggiori garanzie

Tanto per cominciare la presenza massiccia dello Stato dà una forte sicurezza in più. Il primo risultato sarà dunque un evidente restringimento degli spreads delle obbligazioni bancarie delle banche nazionalizzate a confronto dei titoli governativi. Un vantaggio per gli stessi possessori di tali bonds che si trovano con uno Stato che funge da garante. E per l’azionista? La storia ci insegna che la nazionalizzazione porta diluizione dei titoli esistenti. Vedi i casi anglosassoni dei mesi precedenti o gli episodi Fortis e Dexia, per fare due nomi.

 

Domanda: ma a questo punto, i mercati quanto scontano la nazionalizzazione? In altri termini, una nazionalizzazione (che incorpora comune finalmente anche delle certezze) non potrebbe essere vista in chiave decisamente positiva? E Citigroup ne è la prova.

Guardatevi cosa ha combinato nel giorno della comunicazione di possibile nazionalizzazione. Probabilmente il prezzo sconta già ampiamente di tutto e di più. E magari nazionalizzare potrebbe significare “creare valore”. Quantomeno significherà senza dubbio “dare certezze”. Dopo tantissimo tempo.

 

Analisi tecnica a cura di A. Marino | Mercati USA a cura di Intermarket and More (redazione Investireoggi.it)

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